Mi sento abbandonato qui
tra speranza e rassegnazione,
deglutisco il brivido,
luci di città così lontane
Chi si prende cura di me?
Chi mi aspetta al crocevia?
Chi mi ha dato questa luce?
Chi se l’è portata via?
Falene scandiscono
il lento incorrere del destino
tormentato dai ricordi
di un passato mai passato
Spettri volteggiano nella camera
in un letto spoglio d’audacia,
sul ticchettio del temporale
s’adagia la verità.
Spettri di sgualdrine m’afferrano
nel rimpianto di giorni smarriti
l’ego è un tempo imperfetto
di cuori traditi.
Spettri sono ombre randagie
sul molo della fine
prima di salpare
non mi resta che il bene,
non mi resta che il bene,
non posso riavvolgere
non mi resta che il bene.