Ecco. Poi succede questo. Uno vuol fare la persona per bene, a sera presto s’accomiata da sè stesso, va in bagno per rinnovare la carta di dentità, indossa il pigiama iperbarico per mantenersi giovane e si corica collegandosi al coricabatterie. Ovvio che, soprattutto per noi “mono”, sempre alla ricerca di stereofonia sessuale, un tentativo con la propria compagna succedanea del polso lo si fa, ma anche questa volta lei non me l’ha dita con la scusa del mal di testa. Quando la tua mano ha mal di testa, a mio parere c’è qualcosa che non va: allora i piedi hanno la cervicale, i cervi vengono accusati di piedofilia, il collo e il colon si scambiano i ruoli, il bacino diventa un’emoji e le anche anche, il petto comincia far petting e il membro sta tutto il giorno a cazzeggiare, insomma, se tutti gli arti si credono artisti e tutti gli organi la Domenica vanno in basilica (…se aggiungete pinoli, parmigiano, pecorino, olio INVO [quello EVO mostra segni di regresso] e spegnete la luce, viene un gran buio pesto [che se è bio [pesto] in lavatrice sarà delicato sui vostri capi {leccapiedi maledetti!!!}] ) allora non ci si capisce più niente quindi prenda la porta e se ne vada, però se mi riporta la porta io e Vespa saremmo più contenti. Devo stare attento ad usare così tante parentesi in quanto, dice il saggio di danza, “parentesi serpentesi”. Dopo questi vuoti pindarici ritorniamo al fatto che, come si direbbe in castigliano “me acostè (trad. sono andato a letto), patente e libretto per favore…”, mi sono fatto due righe dell’ultimo best seller (libro da cavalcare) di Asia Argento “Ho devastato le gonadi dell’umanità ma non ricordo bene il perchè”, due righe del sequel “Ho capito che nessuno mi fila ma con il surriscaldamento globale può darsi che qualcuno si fonda e almeno ne viene fuori un toast da devolvere in beneficienza ai bambini abusivi e ai parcheggiatori abusati” e quattro righe del capitolo finale della trilogia “Mi concedete la rivincita ragazzi?”, mi sono finalmente addormentato. Lo ammetto, ho un problema, mi faccio troppe righe prima di dormire, ma se fossi un matematico cocainomane mi pipperei i quadretti che sarebbe peggio. L’ultima volta che ho guardato l’orologio sullo scomodino (…è alto due metri ed è ammantato di rovi spinosi) erano le ventitrè, quando mi sono svegliato di soprassalto nel cuore della notte (…ecco perchè alcuni orologi si chiamano “battenti”) erano le due, per cui, matematicamente, ho dormito così poco che sono riuscito a regredire nel tempo. Io prendo pure le pastiglie per dormire, ovviamente ne risentono i freni, ma se non dormo schizzo, per cui se non prendo le pastiglie divento schizofrenico e porca miseria, Dottoressa, possibile che in 45 anni abbia formulato milioni di equazioni e diagnosi improbabili per obnubilare questa presa di coscienza nella quale inserire la spina del buonsenso? Siamo sinceri, a questo mondo se sei pazzo vai alla grande, ma se ti diagnosticano la pazzia sei fottuto, solitamente ti vogliono espropriare di qualcosa che t’invidiano, ma sono così pazzi da non capire che ciò che invidiano è assolutamente immateriale e non commerciabile e lo dico con la mia alitopecia (non avere peli sulla lingua), la cosa che mi si contesta fin dalla nascita si chiama semplicemente “amore” ed è inutile che ci si sforzi di credergli, in quanto se l’amore non crede in voi potete tranquillamente librare il vostro aquilone subacqueo e buonanotte. Poi, Dottoressa, istituzionalizzi pure la mia gogna sul suo registro, io sto facendo lo stesso da sempre, vergando il mio amore incondizionato e disinteressato verso Lei e qualsiasi altro essere incarnato e non. Gli invidiosi sono brutte bestie, lo faceva capire già uno dei primi videogiochi della storia “Space Invidiers”, l’indivia è insalata, ma l’invidia è in salita perchè poi dopo i 40 anni ti complica la vita e ti devi mettere a dieta. Bene, si sono fatte le sette sataniche, ho cercato di attaccare bottone con tutti voi cantandovi “L’asola che non c’é”, non ho dormito un cavolo e il cappuccio lo tengo per colazione e, a conferma della meravigliosa ospitalità italica nei confronti degli strani e stranieri, mi sento completamente spaesato. Prima di concludere volevo sparare l’ultima cartuccia, ovvero “dopo aver osservato gli affreschi di Giotto, passiamo allo studio di quelli di Giannove…” e salutarvi spiegandovi che spesso faccio il matto perchè adoro immaginare che vi stiate tutti facendo una bella risata, ma so bene che, umilmente, una persona intelligente può fingersi pazza, il contrario è la tristezza che impesta il nostro quotidiano da sempre. Ridete, ridete, ridete.