Gambe di seta,
olive e salsedine,
dita s’inoltrano
oltremodo.
Naufragio di sguardi
sullo Ionio fedele,
gocce di te percolano
dal colmo dei sensi,
frizioni e attriti,
mani intrecciate
come edera
su fianchi smagriti,
albeggiandoti
m’inebri
di salubre devozione
votiva.
Vanità fiammante
e soffi di tramontana
carezzano la gonna
civettuola.
Estorcimi
l’anima e
adornati
con essa.