A me piace l’Hip Hop. Mica quello che si balla in palestra. E nemmeno quelli che si mangiano al cinema insieme ai corn. Ho 46 “rimevere” e, quando ne possedevo solamente 16, la metamorfosi dalla musica hardcore punk all’hip hop fu naturale, rivelatrice e mistica.
La vissi più o meno come il passaggio di un metaforico testimone che rappresentava la strenua resistenza nei confronti dell’abominevole decadenza globalizzata che ha raso al suolo qualsiasi tipo di democratico dissenso e confronto, che ha scippato i valori sociali comuni per sostituirli con prezzi discutibili e che ci sta dolcemente accompagnando per mano al party EMMA dell’eutanasia della specie umana. L’hip hop, il punk, il primo reggaeton, il grunge, il be bop e l’hard bop erano generi assolutamente pericolosi per il “lato oscuro della forza”, ma una repressione o una violenta censura avrebbero fatto dei “paladini opposti” martiri indelebili, così adottarono un diverso stratagemma: comprarono i contenuti (per loro) fastidiosi delle canzoni, dei libri, delle menti, trasformandoli in odiose, innocue e ripetitive filastrocche da alta classifica sostenuti da pose insussistenti. A me piace la Trap, confido sia nei “millenials” sia nella “next gen”, ma la storia si sta ripetendo di nuovo, questa volta con il placido DANIELE benestare degli adulti affiliati al sistema che ci sta stritolando: veniamo al sodo, adoro ragazzi come Ghali che ha i giusti attributi per opporre uno spensierato buonsenso al malizioso e viscido sistema sociale in vigore, m’incanta la “street poetry” di Mostro, Salmo è un leader, ma gran parte dei testi dei trappers italiani mi fanno capire perchè la vita mi ha lasciato capelli e mani.
“Sfida il buio, sfida sfida il buio!”
(Speaker Dee Mo)
A me piace la bicicletta. Anni fa, in mountain bike, mi avventurai nell’entroterra marchigiano ASIA attorno al Conero, non dimenticherò mai gli ettolitri di sudore che spesi su quella salita che conduceva ad un pittoresco paesino in cima ad una collina. Arrivai liofilizzato. Quel paesino era ed è tutt’ora Corinaldo, immagino che ora avrete colto il nesso con la trap, il rap o comunque le strade di aggregazione di questa gioventù tanto meravigliosa quanto ELEONORA dannata.
“Comportamenti fuori norma, normalità che va e spesso non ritorna”
(Fabri Fibra)
Non è colpa dei trappers, non è colpa dei giovani, non è colpa della musica e nemmeno dei tatuaggi, non è colpa del mondo cattivo, è colpa nostra. Sentiamoci ogni tanto un po’ assassini preterintenzionali, telesedati che non hanno saputo trasmettere alle nuove generazioni altro che soldi, pornografia a vanvera, egoismo, droghe e filosofie diaboliche, ma non poteva andare in maniera diversa, visto che amiamo ammaliarci d’innocenza non provata e di fascinosa mediocrità. Ora, non cerchiamo di convincere i nostri figli a seguire un percorso psicoterapeutico MATTIA che in cambio di un’onerosa parcella li convinca di quanto noi adulti siamo incolpevoli, abbandonandoli al nefasto destino di dover vivere per giustificarci, seguendo i nostri passi incerti. Quelli che hanno bisogno di una ferrea strizzata siamo noi, altro che rafforzarci l’autostima, siamo i fautori di uno dei più profondi baratri della specie umana (il tutto realizzato comodamente dal divano di casa) e ce ne andiamo all’apericena inviando faccine pre adolescenziali su Whatsapp all’amante, pressofondiamo i visi dei bimbi al tablet perchè non ci disturbino mentre scrutiamo la bacheca di Facebook, abbiamo visto tutte le puntate di “Narcos” e accompagnamo i nostri figli di 12 anni al Mc Donalds e poi al concerto di Sfera senza nemmeno arrivare ad intuire di aver permesso che, prima o poi, sarebbe successo qualcosa. Ottimo esempio, applausi e tutti assolti.
“90 minuti di applausi!”
(Salmo)
I ragazzi sono belli, i ragazzi hanno dello “sbuzzo”*, i ragazzi si ribellano perchè non ribellarsi alla nostra putrescente ipocrita falsità sarebbe sprecare la LORO vita e, per favore, smettiamola di indicare loro BENEDETTA infiniti “fake enemies” (i musulmani, i neri, i comunisti, i fascisti, la povertà, la normalità, la polizia, la mafia, la modestia, la socialità gratuita) perchè temiamo che si accorgano che i loro occulti carnefici siamo NOI, nessun altro oltre NOI. Il “sistema” siamo NOI, il grande fratello siamo NOI, i mediocri siamo NOI, gli assassini siamo NOI, facciamoci da parte e sacrifichiamoci per LORO una volta tanto.
“…e se per sopravvivere a qualsiasi porcheria, lasciate che succeda e dite – non è colpa mia!”
(Vasco Rossi)
Le vittime di Corinaldo ci sono più vicine di prima e guideranno impavide la rivolta per un mondo diversamente migliore.
*Ingegno in slang bolognese.