Effervescenti? Sì, ci sono creature che hanno milioni di bollicine scoppiettanti negli occhi. “Moonlight Serenade” è uno di quei brani che, sistematicamente, devo iniettarmi tramite flebo auricolare perchè sortisca in me il suo magico effetto emotivo e Kurt Elling è lo strumento idoneo e dolcemente invasivo che interpreta quest’elegia in musica passeggiando con la sua voce baritonale (…che poi alla fine è tutto relativo per chi vanta un’estensione di quattro ottave) e setosa sù e giù per gli scalini di note che permettono di visitare il reame sonico. Questa infinitamente ripetuta ma irripetibile successione di accordi e melodie fu concepita da Glenn Miller, successivamente Mitchell Parish spolverò di parole a velo la composizione e l’immenso Frank la portò a splendere come quel bagliore che cita nel titolo. Nel 2001 Kurt Elling, già conosciuto e stimato ma solo negli Stati Uniti, decise di cimentarsi in una personale versione di questo standard, aggiustando le parole adattandole al suo flusso emotivo ed esecutivo e dando prova di una tecnica vocale che, dopo la scomparsa di Al Jarreau, lo eleva a mio parere all’elite di una delle migliori voci maschili al mondo.
“Understand the night, when she flashes her sparkling eyes at dusk”
Già le prime parole potrebbero chiudere la canzone in trionfo per vari motivi: intanto un jazzofilo probabilmente si accorgerebbe che la melodia ricalca e volutamente richiama un celebre giro di basso di Charlie Haden. Roba grossa. La traduzione dei sopracitati versi, per i non anglofoni, è un semplicissimo “Comprendere la notte, quando mostra i suoi occhi luccicanti al crepuscolo” e a me già viene la pelle d’oca. Vi devo infatti rivelare che questo brano è uno dei pochissimi che provoca in me una specie di “sindrome di Stendhal audio”, un capogiro mi smarrisce, i pensieri si fanno soffusi e avverto una sorta di “spavento” che mi tiene in una sensuale tensione emotiva fino all’ultima nota.
“If I could, I would write a sonnet of the night as a rememberance of your eyes.
And, if you’d promise not to tell, I could whisper the words in the dark, like a lover”
“Se potessi, scriverei un sonetto sulla notte in ricordo dei tuoi occhi. E, se prometti di non rivelarlo, potrei sussurrare parole nell’oscurità, come un amante”. Poi, quello che combina Kurt in queste due misure, entra nell’olimpo della musica. Sale, scende e risale sulle corde dei suoi vocalizzi ammaestrando note in un circo surreale, giunge al “whisper” (sussurrare) ad un apice nel quale pare veramente sussurrare parole romantiche nell’oscurità di una stanza ricolma di passioni.
“Such will and courage they needed to live in a dream to burn, with every breath so serene”
Un esercizio di stile su questa seducente frase “Come la volontà ed il coraggio che hanno gli amanti per vivere in un sogno, con quel respiro così sereno”, sembra di ascoltare un sassofono tasteggiato con maestria, ma è sempre la sua voce che adula i miei sensi come dita che sfiorano il collo.
Il senso del testo si racchiude nella parola “crepuscolo” inteso come quell’ora nella quale giorno e notte si fondono in una cosa sola: io penso che in questo brano ci sia parecchio “Dio”, lo evinco dalla sensazione di non avere mai abbastanza parole per descriverlo e potrei impararle tutte lasciando intatto il punto interrogativo espressivo al quale m’arrendo sistematicamente. Diciamolo, la musica è questo. Una magia della quale non scoprirai mai il trucco, perchè in fondo…il trucco non c’è.
Il testo originale di M. Parish è diversamente meraviglioso, si trova facilmente sul web e vale la pena dargli un’occhiata, per non parlare poi dell’interpretazione data da Frank Sinatra che lascia a bocca aperta, la versione di Kurt Elling della quale vi ho raccontato è quella in studio estratta dal suo album del 2001 “Flirting With Twilight”, anch’essa facilmente reperibile in rete sui numerosi siti di streaming on line.
P.S.
Vi starete chiedendo che fine hanno fatto gli occhi effervescenti: sono i miei al termine dell’ascolto. Collegando la “sparkling water” (acqua frizzante) agli “sparkling eyes” (occhi luccicanti), l’unico compromesso che ho trovato sono degli stupiti, freschi, ristoratori, occhi effervescenti.