Un annetto fa ho conosciuto, al corso di snorkeling fognario dell’oratorio, un’arzilla giovinetta. Il feeling reciproco è stato evidente fin da subito, siamo usciti a mangiare un gelato, abbiamo parlato delle mie vacanze in colonia al Lido di Pomposa e, a fine serata, come un fulmine a ciel sereno, mi si è avvicinata e mi ha limonato in fronte. La frequentazione si è fatta poi sempre più assidua, anche se ho dovuto placare i miei bollenti spiriti in quanto il P.R. mi aveva procurato solamente un ingresso, purtroppo senza consumazione. Dopo circa sette tonnellate di gelato in gusti semplici come pistacchio, nocciola e cioccolato e più complessi come reflusso, ostrica e ciminiera, le ho chiesto di darmi la sacrosanta “prova d’amore” e lei, arrossendo, ha acconsentito. Ho affittato una suite imperiale in un’officina meccanica della zona industriale rinuclearizzata, mi sono presentato con una bottiglia di vino in brik con l’idrolitina e, dopo i preliminari – di Champions – ho spento la tv e l’ho dolcemente spogliata. Tremava come una foglia, ho avuto il sentore che fosse la prima volta anche per lei. Caduti gli slip, ho notato in ella due meravigliosi tatuaggi tribali, uno sull’inguine
e l’altro sulla natica
Gli speleologi hanno annunciato di aver sospeso le ricerche.
Fine