M’aggiro circospetto,
lascio impronte sulla segatura
del civico circo spento,
ogni bocca spara noia,
qui non s’impara gioia,
qui ci s’imparanoia.
Cattive intenzioni,
striscianti ostentazioni,
sguardi furtivi
in marciscenti stazioni,
larvati segnali ai sodali
tutti uguali nei loro strali
di precedenti penali.
Indomito,
sotto il fermo firmamento
dove le stelle colludono
ed i giusti collidono
con proiettili promessi,
mi proietto
in uno status da reietto
e rigetto la resa,
dirimpetto all’infame
con la canna fumante
e la coscienza vilipesa.