Allarme, allarme i fascisti son tornati! Il topic più virale del momento è la partecipazione della casa editrice manovrata dagli autofobici di Casapound al celeberrimo “Salone Mercimonio Meretricio Della Carta Sottratta Alla Foxy” di Torino: state masati amici imprenditori del verbo coniugato a budget, partigiani armati di pos e camerati prezzolati, Cassa Pound e Radical Vip, imbonitori del tomo, poeti a cottimo, creativi Control+C, mi auguro che con le vostre marchette possiate permettervi un esilio dorato sopra un’isola di plastica del Mar Dei Sargassi e che lì rimaniate di sentinella fino a contrordine. Fa’ te se devo perdere tempo con brancaleoni che non hanno nulla da dire e lo vendono a chi non gliela fa a capire…
Uri Caine è un’asceta della musica: il destino volle che lo ascoltassi accarezzare l’avorio nel ’97 in Umbria, quindici anni dopo in quel di una manifestazione jazz a Siviglia e…sabato scorso al teatro Manzoni di Bologna come accompagnatore dell’incantevole coro Papageno. “Papa che?” mi ero chiesto davanti alla locandina che annunciava il concerto, quando le voci che governano i miei pensieri mi ordinarono di reperire informazioni su questi musicisti che avevano l’onore di condividere il palco con il sommo Uri: il coro Papageno nacque da un’illuminazione “sovversiva” dell’indimenticabile Maestro Claudio Abbado che pensò la musica come tunnel per favorire l’evasione di centinaia di detenuti del carcere bolognese della “Dozza”. Ma non pensate ad un manipolo di detenuti che cantano, queste sono anime di suono vibrante che divelle le sbarre che separano ogni essere umano dalla propria salvezza. E come si sente che questi ragazzi e ragazze si aggrappano alla musica senza alcun interesse venale, la respirano poi la soffiano nei volti di pubblici spesso ignari di quello che è il reale valore della libertà, quanta commozione mi hanno regalato, quanto spazio paradossale hanno aggiunto ai miei giorni. Uri? Per la terza volta mi ha reso alunno di quel firmamento di note che è la musica e lo ha fatto, questa volta, attraverso la tecnica che non ha ostentato per creare una giusta atmosfera di equanimità tra chi era sopra o sotto il palcoscenico. In mezzo a tante grandi anime sono stato entusiasta di sentirmi così infinitamente piccolo ed insignificante. Se qualcuno, come ho fatto io, fosse mosso dalla curiosità, può vedere le foto del concerto e trarre notizie sul coro Papageno qui…ah, dimenticavo: Maestro Napolitano, sei un grande!!!
Iggy Pop: non ci azzecca proprio con ciò che sto per scrivere, ovvero che un paio di settimane fa mi sono traslato trenicamente (bellissimi i nuovi convogli regionali “Pop” e “Rock” Signor Trenitalia, mi giuri però che il prossimo non lo chiamerà “Goa Trance”) nel realmente ridente e solare Comune di Castelbolognese (RA), per assistere alla premiazione del concorso letterario “La Staffetta” al quale avevo partecipato con una mia cosa intitolata “Anzola”. Una mattinata piacevole, trascorsa ad ascoltare versi, storie, racconti, un momento pubblico ma intimo allo stesso tempo, un pretesto per conoscersi e conoscere Castelbolognese ed alcuni dei suoi cittadini. Ma anche un’occasione per percepire sentimenti fatti a parole che arrivavano da tutte le parti d’Italia attraverso il canale di una complicità solidale. A breve dovrebbero distribuire il tomo elettronico dell’antologia del concorso, quando accadrà ribloggherò le elegie che ho preferito e vi assicuro che sarà miele per i vostri occhi. Nel frattempo spendete una mattinata con i vostri figli a passeggiare nel “percorso fluviale della legalità” di Castelbolognese e capirete che, in Italia, non tutto procede per il verso sbagliato.
Per concludere: trent’anni fa il male del mondo erano i tizi tatuati. Dopo il 2000, per un decennio, il disastro fu avvalorato da demoni in giacca e cravatta. Da allora ad oggi il nemico è tatuato e veste giacca e cravatta. Guardando il mio intonso ed eburneo incarnato ed il mio vestire casual…come non fidarsi di me? 😂😂😂
Ciao discoli a 33 giri…