Jazz sperimentale. Se non lo fosse potremmo chiamarlo brodino riscaldato? Ho sempre supposto che un’alta percentuale di improvvisazione, sperimentazione e coraggio visionario, siano caratteristiche determinanti di ogni artista, almeno che il discorso non si sposti in ambito commerciale, dove si dovrebbe far invece riferimento a mercati, prodotti e piani di marketing. Questo non è il caso.
Medeski, Martin & Wood compongono un trio di musicisti (rispettivamente tastiere – organo – pianoforte, batteria – percussioni e basso – contrabbasso) formatosi all’alba degli anni ’90 a New York, inizialmente impostosi come una delle migliori jam session band newyorkesi poi, proprio attraverso la sperimentazione e l’incrocio con altre sorgenti musicali creative (nelle loro incisioni è facile ascoltare frammenti di funk, musica da camera, rock e atmosfere da colonna sonora, oltre a numerose collaborazioni con musicisti di spessore innegabile), sono arrivati al concetto di “onnisfera” che intitola il loro, a mio modesto parere, capolavoro olistico. L’onnisfera rappresenta l’infrangimento di qualsiasi recinto creativo, la possibilità e libertà di muoversi tra le infinite metasfere dell’arte acustica.
Questo “Omnisphere” nasce dalla collaborazione del trio con l’intoccabile “Alarm Will Sound”, orchestra da camera (newyorkese anch’essa) incentrata sulla reinpretazione della musica contemporanea che segna ibridazioni creative con splendidi artisti come Björk, Aphex Twin ed Autechre, solo per citarne alcuni. Il risultato è una crociera acustica attraverso un apparente coacervo di lidi sonori, assoli di hammond, momenti di pathos da brivido cinematografico ed aperture epiche che richiamano alcuni lavori della “Cinematic Orchestra”. Il saldo ed allo stesso tempo imprevedibile drumming di Billy Martin è un riferimento disciplinante ed imprescindibile, quando Medeski non si nasconde dal centro della scena sfoggia assoli di Hammond da dover ricontrattare la tipicità di Woodstock e che dire dell’infinita ed introversa duttilità dei bassi di Chris Wood? Il sole.
L’ AWS sfolge la funzione di mantenere il livello compositivo ad altezze sublimi, la tecnica sopraffina dei suoi componenti non si confonde con quella del trio, ma insieme si forgiano dando vita a qualcosa che ha superato la cerchia descrittiva dei termini, per cui posso solo consigliarvi di appoggiare la puntina sul vinile e partire per un viaggio dal quale difficilmente desidererete tornare.