M’alzo già opposto a qualsiasi costo, spostati che questo è il mio posto, m’apposto nel bosco con un cappuccetto losco, m’imbosco in un chiosco e mi scosto dal sole che mi sbaciucchia il volto, svolto tosto l’oroscopo restando nascosto, passi e mi scosto, paletta ma non accosto, all’erta sto stoico come il cocco Lacoste, posto un post in bianco, come le mie notti da che mi conosco.
Sappi che divergo ergo sono, con le terga detergo il tuo tentarti uomo, finger food con il finger che indica la luna come rimedio, ma poi guardi il dito, constatando quello medio. Dicevo che divergo ma di verbo son satollo, brava te che ci Creed come Apollo, manchi all’appello…poi non ricordo ciò che stavo scrivendo, comunque sia, il collo della mia sfitty sa di pollo asfittico, ah…se non fossi stato esplicito, son tendenzialmente irreciproco, se guidi una Ypsilon ti porgo l’altra Lancia, scrivo di pancia, ho slancio emetico di lemma gastrico, il dilemma antitetico è che mi porterai sul lastrico a furia di chiedere credito alla banca del seme, più virale d’un meme, ti condono il condom solo se stiamo insieme ci sarà un perché, ma ci sarà anche se ognuno sta per i fatti suoi.
Contrario come Sebastian, non tanto per evidenziare il divario di vocabolario, ma per timbrare l’uscita quando arrivo in orario, controcorrente come il conto corrente che mi va in rosso quando verso un verso milionario, la morale è che se ti risulto immorale, per dispetto orino in loco, ne faccio tanta come le cascate d’Orinoco, d’ora in poi il gioco si fa duro, ti contrasto anche se mi condanni alla danza kuduro, io non sarò duro e puro, ma se tu volevi fare la befana, la scopa andava un pochino più in basso e non dritta dentro al.
Sogno da sempre di baciare con passione una vigilessa bionda e minuta nell’esatto incrocio dei nostri sguardi trasudanti voluttà.
Discordialità.
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