Non sono una rivista e non sono un arrivista, quindi, dopo averla rivista, le dico “prego, si rivesta!”, sennò poi questa m’impesta il giaciglio delle mie gesta epiche e di un figlio che di me fa papà non saprei che farmene, preferisco farmele in assetto onanistico, che di “lo facciamo senza?” un po’ ne mastico, anche la riproduzione prescinde dal merito e lei non è che abbia un taglio olimpionico, piuttosto un senso reprobo dell’arrampicata sociale e del sociale ha smarrito il metro, col silenzio assenso intende il retro, ma con mille postille che non avevi letto, ti fa sentir Gomorra in realtà ti Sodoma, se si scoprisse gravida si cercherebbe il padre con gugolmap e la scelta ricadrebbe su un Donald Trump o giù di lì, proprio dove pulsa il pulsante “condividi il punto G”, dove “G” sta per “Goglione”, una riffa per chi s’arraffa l’attribuzione del cognome, a seconda di un attento controllo di gestione e del conto economico con relativa approvazione, a prova dell’insinuazione ho mille esperienze in carta carbone, un’origami di casi umani che manco da Costanzo nella sua trasmissione, non sono uno strizzacervelli, non posso farci niente se ha la sindrome di Battiato ne “Gli Uccelli”, la sindone ha disegnato sui di famiglia gioielli, una gatta morta non contemplata nemmeno da Giorgio Celli, ciao mamma, esco con una escort, torno presto e rovinato se ci riesco, per essere onesto sarebbe meglio bresco che non con un dissesto finanziario, difatti lei non si fidanza ma si finanzia e sta a guardia del suo lauto onorario, non avevi capito, le offri un coso come un braccio e lei ti prende solo il dito, ma se ti fai inanellare l’anulare sei fatto, finito, colei s’allargherebbe con ogni mio amico, allagherebbe d’umori il convitto, ne sono convinto, fino a quando la sua disponibilità sarebbe più universale del giudizio.
Con la vigilessa immaginaria (bionda e minuta), però, sarebbe tutta un’altra cosa.
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