Chi poteva immaginare
un sogno così vasto
d’ipertrofiche cicale
sotto volte d’alabastro
Con labbra come bisturi,
seziono impercettibili bisbigli
avvinghiato al filo spinato,
a caccia di un momento
che quantomeno t’assomigli.
Mi sarei accontentato
D’un tozzo di pane sbriciolato
Di un’alba che il viso tuo
Avesse illuminato.
Avesse illuminato.
Mi sarei accontentato
Di una tazza di cielo strizzato
Di una candela che il viso tuo…
Avesse illuminato.
Avesse illuminato.
Fare ammenda nel covo dei carnefici
non fu buona cosa:
escludendo i pesci,
il mare divenne scatola
vuota e burrascosa
L’amore ai miei tempi
aveva il tasto rewind,
distratto, avvicino gli scuri,
premo play e guardo…
tutto un altro film.
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