Considero Nitro un Bartezzaghi della street poetry, anche se le sue ultime produzioni mi avevano dato l’impressione di non essere all’altezza espressiva del suo livello lirico. Poi, silenziosamente, esce questo suo nuovo album “GarbAge” (come dire “età della spazzatura”) e mi ritrovo a scriverne difficoltosamente a causa dei pollici che rimangono alzati ad libidum. Nitro rappresenta, musicalmente, il rap dal 2000 fino alla trap degli ultimi 10 inverni, erroneamente considerati un limbo d’ibrido passaggio dalla vecchia alla nuova scuola, mentre quegli anni hanno dato vita ad eccellenze musicali come Salmo ed, appunto, lo stesso Nitro. Tornando a GarbAge, lo definisco un album bello e senza sbavature, non c’è una parola fuori posto, considerando l’onestà intellettuale di Nitro, a volte considerata sfrontatezza o volgarità. Ma questo è un discorso da soppesare sulla bilancia dell’ipocrisia del fake, per il quale questa traccia non è adita.
Il disco comincia con un l’anthem omonima, più che un’introduzione una scuola di vita, già le rime cominciano a farsi serrate ed i concetti duri ai più:
sottolineo solo le barre “Bella la vita da ricco e famoso ma il compleanno lo passo da solo, dopo che ho visto quelli che pensavo i miei eroi dimostrarsi gli stronzi che sono“.
Successivamente si passa alla postmoderna “Cicatrici” il cui refrain recita “cicatrici sull’Iphone, poi le teste vanno giù, io di amici non ne ho, me li hai presi tutti tu…“, il resto del brano è un hypno rap gestito con maestria dal nostro Nitro.
Velocemente si passa a “Okay?!” con il feat. di Lazza ” un vero delirio letterario dove Nitro dà il meglio di sè con slalom tra le parole di tutto rispetto, cito “io lo so che per un paio di follow faresti come trainspotting con le mani nel cesso”. Statuari.
Si prosegue con l’hip hop / trap di “No privacy / No caption needed” dal ritornello che s’installa in mente e il feat. fondamentale di Joan Thiele che nei cambi di tempo regala allentamenti riflessivi di livello.
La successiva “Saturno” è una delle mie preferite, soprattutto per il gruv funky che sarebbe da cabriolet in Costa Azzurra, Nitro compie il suo sporco lavoro con maestria, questo è un singolo che negli anni ’90 sarebbe stata una hit, in un contesto pandemico è già più difficile.
Segue “Avvoltoi” con la partecipazione di un ormai bollito Fabri Fibra, non lo scrivo per diffamazione, ma la differenza di skill con Nitro è palese e le rime di Fabri non aggiungono nulla al già detto. Bello il ritornello rock in stile Black Sabbath.
Poi arriva “Rap Shit”, una delle mie preferite con Gemitaiz e Tha Supreme, della quale ricordo “Vengo dal buco del culo del Veneto, se non ci credi bro chiedilo al fegato mentre connetti la mente all’encefalo sali su pegaso ti porto in alto finchè non prende il telefono“. Una traccia di hip hop genuino che vi propongo all’ascolto:
Si passa poi all’ottima “Wormhole” e “MURDAMURDAMURDA” un esercizio di stile perfettamente riuscito, dove tutti gli attori contribuiscono a creare una bomba da cantina, con i relativi brividi dovuti alla magia dell’improvvisazione. Poi c’è “Come non detto” una bella hit con un ritornello in stile Salmo. “Gostoso” è una traccia dalle rimembranze reggaeton, ormai, purtroppo un must, anche se le rime dei nostri rimangono roventi.
Molto poetica e bella è “Blood” una traccia prodotta da Low Kidd con il feat. di Doll Kill che vi propongo di seguito:
Siamo verso la fine dell’album con “Rispetto” dalla quale cito “Macchè poliziotti con i blitz, vuoi fermare davvero le droghe? Manda Brumotti a fare due tricks sotto il portone di uno spacciatore” , gran pezzo, nulla da dire. Il tutto si conclude con una psycho track dal titolo “Libellule” il giusto epilogo per un album che rappresenta un Vangelo di vita.
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