Oddissee è un emsì di Washington DC, afroamericano di origini sudanesi, che ha iniziato la propria carriera solista nel 2010 con il clamore di alcuni mixtape che gli hanno consentito di diffondere il suo nome per tutta Washington ed oltre, fino ad arrivare ad essere conosciuto e (aggiungo giustamente) rispettato a livello internazionale. Per sua stessa dichiarazione, gli artisti che lo hanno ispirato sono i “mostri sacri” degli anni ’90, ovvero A Tribe Called Quest, Eric B & Rakim e De La Soul, va da sè che le sue liriche non trattino di droghe, omicidi e nefandezze varie (sennò, suppongo io, sarebbe più famoso e sputtanato) ma attecchiscono a livello sociale e, oltremodo, sulla creme musicale, grazie alla tecnica sopraffina del nostro. Lo reputo il miglior rapper vivente, le sue capacità ritmiche, il suo culto del battito, non hanno eguali e questo “Odd Cure” ne è la prova più elegante e matura che ci possa essere. Slappatevi questo “The Cure” un condensato di funk con un flusso apocalittico.
Avvalendosi anche di musicisti non prettamente linkati con il mondo hip-hop come Olivier St. Louis e Sainte Ezekiel, il disco guarda oltre i confini di genere, creando meravigliosi incroci che rendono l’ascolto un’eiaculazione, purtroppo precoce, vista la durata ridotta del platter.
“Still Strange”, invece , accoglie la suadente voce di Priya Ragu e la chitarra di Sainte Ezekiel, uno smorzone di quelli da ballare abbracciati, ma anche una canzone da atmosfera.
Che dire, 30 e poco più minuti di eden acustico, un’oasi nella coprofonia che impera, se proprio non facesse per voi, siete liberi di suicidarvi con il tortellone dell’estate estatemebene!!!
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