Ore 15.30 Robert Farragh, Taglio
Non ho mai visto questo Robert, è ospite dei Moore. I Moore sono i proprietari della villa appena prima della foresta e hanno l’abitudine di invitare gli amici nei mesi estivi. Chissà che tipo è? Sarà come al solito uno di città, abituato a saloni un po’ asettici dai nomi altisonanti, dove il personale è tutto vestito allo stesso modo e ha modi gentili e affettati, e il sorriso perenne stampato in faccia. Il mio salone, semplicemente Elizabeth, si trova in un appartamento al primo piano di una vecchia casa in legno, con i pavimenti che scricchiolano sotto i piedi e il profumo di resina che si mescola a quello dello shampoo.
Robert Farragh arriva con buon quarto d’ora di anticipo, è un cinquantenne alto e ben piazzato, riconosco in lui il fisico di chi ha giocato a football in gioventù. Saluta e si presenta con nome e cognome e orario dell’appuntamento. Faccio finta di controllare sull’agenda e gli dico di accomodarsi sulla poltroncina accanto alla finestra. Sarò da lui tra pochi minuti.
Lavoro da sola nel mio salone, posso ospitare un cliente alla volta perché questa è la mia filosofia; mi piace prendermi cura dei capelli dall’inizio alla fine e penso che ogni persona abbia diritto ad un trattamento unico nelle mani di un’unica persona. I capelli sono una parte del corpo, come le gambe e le braccia e anche se sono esposti e visibili a tutti non per questa ragione la loro cura deve essere palesemente condivisa con il resto del mondo.
Congedo la signora Robinson e invito Robert Farragh a sedersi al lavatesta. Indossa una camicia chiara e un paio di pantaloni leggeri, scarpe sportive di marca e un vistoso orologio al polso. Gli chiedo se ha una qualche fragranza che preferisce. Ho l’abitudine di mettere qualche goccia di olio essenziale sui polsi dei miei clienti, gli spiego brevemente. Mi risponde che è il profumo di resina, che sta respirando in questo momento e che, aggiunge, non si sarebbe mai aspettato di sentire in un negozio di parrucchiere. “Ho il mio barbiere di fiducia a Boston, ci andava mio padre e prima ancora mio nonno, tre generazioni e una sola identica acqua di colonia”. Mi sorride e quasi si scusa “Tom ha chiuso il negozio per qualche mese, sta curando il padre che è gravemente malato…” “Capisco, non si preoccupi. In estate mi capita di avere clienti nuovi… ” e mentre scelgo lo shampoo aggiungo “I Moore mi raccomandano sempre i loro amici…sarei felice se tornasse anche il prossimo anno…”
Gli chiedo di appoggiarsi bene al lavatesta e di trovare una posizione comoda. Ha i capelli grigi ancora piuttosto folti, un po’ più radi solo sulle tempie. E’ evidente che non vedono le forbici di Tom da un pezzo. Appena entrato gli avevo notato un’ombra di trascuratezza che faceva a pugni con il resto della sua figura.
Robert Farragh chiude gli occhi e l’acqua inizia a bagnargli i capelli; non accenna alla temperatura e vedo i suoi tratti rilassarsi. Dovrebbe andare bene. Sciolgo lo shampoo nel dosatore e lo distribuisco sulla cute con gesti leggeri e inizio a massaggiare con le mani aperte per creare la schiuma.
Ogni testa è diversa e ogni persona può amare o odiare un movimento, una pressione, uno sfioramento. Devo intuire cosa piace e studiare le espressioni del viso è l’unico modo per capirlo al volo, prima che il cliente possa esternare qualche disagio.
Comincio un lento massaggio con i polpastrelli, sui lati del capo, scorrendo piano fino alla fronte e tornando indietro fino a scendere sotto la nuca, ripetendo i movimenti più volte con una precisa sequenza. Premo solo un poco più forte ad ogni nuovo inizio. L’ultima sequenza è la più vigorosa. Robert Farragh ha il viso disteso e i suoi respiri si sono fatti più profondi e ampi, senza essere trattenuti. Apre gli occhi per un istante brevissimo e mi sorride. Penso di poter concludere con qualcosa di più deciso e scendo fino alla base del collo, abbraccio i lati della testa con le mani, tirando leggermente verso l’alto; ripeto un paio di volte. Mi bisbiglia un “Grazie Elizabeth”, che mi coglie un po’ di sorpresa. Devo sciacquare e credo di poter azzardare con lui, così procedo, giro la manopola del rubinetto verso l’acqua fredda e inizio a togliere la schiuma abbassando progressivamente la temperatura. I capelli non devono essere strizzati, così prendo un asciugamano e tampono l’acqua in eccesso.
“Dovrò consigliare a Tom questa sua astuzia dell’acqua fredda, non me la aspettavo ma…come dire… la desideravo”. E’ proprio così, è arrivato dove volevo portarlo. Con un tono forse un po’ troppo professionale gli rispondo: “L’acqua fredda sulla testa non è quasi mai spiacevole, solo che se lo facciamo sotto una doccia sono le spalle a non gradirla; in questo modo abbiamo solo il beneficio. Sono sicura che Tom apprezzerà il suggerimento e ne farà buon uso!”
“Ora ci spostiamo sulla poltrona in fondo alla stanza, davanti allo specchio”
Robert Farragh dà un’occhiata all’orologio, si alza con una lieve smorfia di disappunto e percorre in pochi passi lo spazio che lo separano dalla poltrona e si siede. Mentre appoggio le mie mani sulle sue spalle incrocio il suo sguardo nello specchio, ha gli occhi castani, scuri e luminosi. Mi sorride e mi domanda dubbioso “E adesso, cosa facciamo?”“
Adesso signor Farragh, tagliamo!”
E mentre pronuncio la frase impugno le forbici chiuse e senza esitare le affondo nella giugulare.
di Silvia Giusti dal blog “LaPoetessaRossa”
Silvia Giusti, con lo pseudonimo de “LaPoetessaRossa”, scrive racconti brevi e poesie dal vocabolario immaginifico ragguardevole, le sue peculiarità sono costituite dall’imprevedibilità delle tematiche – il racconto che avete appena letto ne è la prova – e dalla semplicità con cui riesce a catturare le farfalle del sovrappensiero, ovvero di avere un costante canale diretto e senza filtri con il suo turbolento e mulinellante subconscio. Se a queste caratteristiche o, per meglio dire, talenti, aggiungiamo una tecnica lirica sopraffina, libera da retoriche e clichè, impulsivamente onirica e cinicamente realistica, il risultato sarà un’esplosione di fotogrammi dalle tinte più svariate che si scambiano in un perentorio e rapido switch dall’aulicità più innocente fino alle chiazze di sangue nel salone della parrucchiera. “Ore 15.30 Robert Farragh, Taglio” mi ha inizialmente spiazzato e, onestamente, spaventato, poi ho pensato che lo “spavento” è quella particolare sensazione che si prova anche quando ci si innamora, quindi ho deciso, con il permesso dell’autrice, di replicare questa sensazione anche nei seguaci di LeMieCose, perchè è un’emozione e non va capita, va vissuta, esattamente come l’ha data alla luce la penna virtuale della Poetessa Rossa.
Oggi, per avere una conoscenza più approfondita di questa superba autrice, pubblicherò altre due carte carbone ricalcanti un bis di magnifiche poesie che ho cernito dal suo blog, la prima s’intitola “L’estate Formidabile“, la seconda “Raccontare“, l’intento è quello di stimolare il vostro stupore e indurvi a seguire le traiettorie insospettabili tracciate da Silvia Giusti. (Filippo Fenara)
9 thoughts on “Carta Carbone: “Ore 15.30 Robert Farragh, Taglio.” di Silvia Giusti aka La Poetessa Rossa.”
Nonna Pitilla
mi ha lasciato un po’ perplessa!! ma certamente sono andata a leggere nel uo blog e le sue poesie mi piacciono
Filippo Fenara
Il finale è agghiacciante! Ma sono pur sempre emozioni…
Nonna Pitilla
questo sicuro!
lapoetessarossa
Grazie Nonna Pitilla, da me ci sono anche racconti brevi senza colpo di scena finale😊
Nonna Pitilla
😀😀😀bene tornerò
lapoetessarossa
Buongiorno Filippo. Grazie per ospitarmi nelle tue cose e soprattutto per la tua generosa ed emozionante presentazione. Ringrazio tutti coloro che mi leggeranno e, se posso dire un pensiero che potrà sembrare strano, vorrei tanto che i lettori si sentano liberi di criticare anche in negativo. Si può non piacere, si può non avere raggiunto un intento, si può sempre e assolutamente migliorare e migliorarsi. Scrivere non è mai un’azione a senso unico e i lettori, che ne sono i destinatari, possono riconoscersi, ritrovarsi, scoprirsi o non capirci o vederci alcunchè. Buone letture
Silvia
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Casalinga Sempre Felice
Come finale un bel colpo di scena!!! Tutto mi sarei aspettata fuor che questo… Sono già andata a leggere il blog dell’ autrice e devo dire che il suo scrivere mi piace, grazie per averla fotocopiata
Filippo Fenara
Grazie a te per la lettura.