Agosto è un mese abbastanza anonimo per quanto riguarda le uscite discografiche, si lasciano solitamente sopire gli ultimi sussulti delle Jerusalemmate e Gabbanate prima di ripartire verso una nuova stagione musicale. Eppure, fendendo le acque torbide dei canali sotterranei di bandcamp, non è inconsueto pescare qualche artista interessante, in questo caso il rapper Sadistik con il suo ultimo lavoro di hip hop alternativo, “Elysium“.
Sadistik, il cui vero nome è Cody Foster, è un rapper bianco originario di Seattle, autore di uno stile di hip hop diafano, ipnotico, spesso accompagnato da frasi di pianoforte o arpeggi di chitarra acustica, voci narranti femminili e testi autoriflessivi che non scadono nell’autocontemplazione. Il flusso è sicuramente in debito con la scuola di Eminem tant’è che la canzone che apre il disco “Canary In a Mine” ha un che delle atmosfere di “Stan” pur risultando una traccia bellissima con un battito che piega le mani al portiere.
Come avete potuto ascoltare, l’intreccio di strumenti acustici, campionamenti e voci narranti crea un perfetto ambiente per le barre stilisticamente ineccepibili dell’emsì di Seattle, che dà prova dei suoi solistici tecnicismi nella mezzana “Life Is Just (An Interlude)” nella quale Sadistik parte per una discesa libera su un pendio breve ma ipnotico lungo il quale sviluppa un flusso valanga che lascia, sul finale, l’ascoltatore intontito dall’intensità dell’intercalare del rapper dai capelli lunghi.
A conti fatti “Elysium” si colloca a metà tra un album ed un extended play, l’ascolto è inusuale e curato, il suono è foriero di spicchi emotivi di livello “pro”, ora vado sulla spotiffa e mi ascolto i lavori passati di questo artista, chissà che non ci ritroviamo su queste frequenze…presentando rappresentando. (Filippo Fenara)