PRIGIONIERO
Prigioniero di un corpo in abbandono,
prigioniero di un corpo che invecchia.Prigioniero di questo corpo,
interfaccia dell’anima.Racchiuso, rinchiuso, costretto
alle fatiche per il suo sostentamento.Involucro deteriorabile in corruzione
mi costringe verso una fine non voluta,
io non invecchio ma il corpo si.Se non lo avessi sarei eterno,
se non lo avessi forse non esisterei.Sono prigioniero di me stesso.
di Carlo Becattini dal blog “Poesie Stralciate“
Non voglio, d’ora in poi, tranne che per i nuovi ospiti della rubrica, perdermi troppo nelle note biografiche dell’autore (per le quali vi rimando alle info del suo blog o profilo che sia), ma soffermarmi brevemente sui motivi che mi hanno colpito o fatto riflettere della poesia o racconto cartacarbonato. In precedenza abbiamo conosciuto Carlo Becattini per la sua delicatissima “Alba“, in questo frangente mi ha fatto molto riflettere questa “Prigioniero”, ovvero il sentirsi prigionieri di un corpo in decadimento o, come scrive lui, un “Involucro deteriorabile in corruzione”. Questa riflessione è tipica per chi ha una forte coscienza del sè (da distinguere dall’ego) e vive il proprio corpo come una fatiscente prigione; in quest’epoca dove il corpo è il feticcio commerciabile da curare ed esaltare a qualsiasi costo, ci sono ancora persone come Becattini che hanno sviluppato un’anima talmente estesa e vasta da sentirsi costretti e dipendenti da questo meccano in carne ed ossa. Lo stile di scrittura è da definirsi asciutto fino alla spina dorsale del concetto, l’ipnotica immagine di copertina è realizzata sempre da Carlo Becattini (Galleria – 2018 – Tecnica mista: inchiostro su carta, colore virtuale). Questa poesia è un perno attorno al quale compiere evoluzioni riflessive importanti, tutto questo grazie a Carlo Becattini. (Filippo Fenara)
8 thoughts on “Carta Carbone: “Prigioniero” di Carlo Becattini”
Moonraylight
Condivido il punto di vista di Carlo. Ed è “scomodo”sentirsi costretti solo entro certi confini, in effetti…
Grazie mille per averla cartacarbonata😃
PS. In uno sprazzo di”tecnologite”, son riuscita ad iscrivermi al tuo canale Telegram😊
Buona giornata
Filippo Fenara
Buongiorno Moon. Le poesie di Carlo sarebbero da diffondere a scuola, lui è umile, gentile e, soprattutto bravo.
In un futuro non troppo lontano Telegram andrà a sostituire Whatsapp, quindi è bene cominciare a conoscerlo! 😉
Moonraylight
Eh sì, proprio così!
Davvero?(per Telegram) Peccato perché con whatsapp mi trovo benissimo da sempre e mi sembra che funzioni meglio di Telegram, almeno per ora😛
sibillla5 NADIA ALBERICI
Bravo davvero… E come lo capisco!!!!!
Poesie Stralciate
Grazie Filippo, più bella analisi non potevi fare, almeno per me, che mi sono ritrovato nelle tue parole. Vedersi attraverso gli occhi degli altri è sempre istruttivo.
Filippo Fenara
Lo stesso fai tu con i lettori attraverso le tue poesie…è uno scambio simbiotico. Grazie a te per la disponibilità.
Manuela
Il sentire di Carlo mi coinvolge appieno…la cosa che più si potrebbe accettare (ma che cmq facciamo fatica ad accettare) è un corpo che si deteriora lentamente, la vecchiaia è questo. Quanto subentra una malattia che ti logora il corpo e ti senti poggiare ogni giorno un gruppetto di ossicine sul comodino e non riesci più a vedere gli orizzonti allora è difficile convivere con un corpo che si decompone più rapidamente dell’anima
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