Tremano le dita,
ti senti preso
nella ragnatela,
detenuto
tra le mura di un
“perchè proprio a me?”,
non ti riconosci,
respiro alterato,
significato travisato,
volto stravolto,
cielo di piombo.
Ti riesumi
davanti ad uno specchio
impietoso
che mette sassi
al posto degli occhi
e vetri affilati
nella bocca.
Una via d’uscita c’e
tra le foglie cadute
ritroverai
le notti perdute
percorrerai
strade a te sconosciute
sulle basse frequenze
darai la molla al vufer,
darai la molla al vufer.
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