Dall’Irpinia, questa sera, ho prelevato una breve riflessione della psicologa scrittrice Enza Graziano relativa ai periodi di transizione, ovvero le celeberrime “mezze stagioni”. Lettura lieve e lieta che addolcirà il vostro sonno. Have a good night!!! (Soccia, anche in inglese!!!)
Transizioni
A me l’autunno piace. E anche l’inverno.
Adoro l’aria carica di odori pungenti: la terra bagnata dalla pioggia; i funghi che, nascosti, spuntano altezzosi, dominando l’umidità; le castagne che si affacciano timide dal riccio schiuso.
E quei colori caldi che ti abbagliano, dal giallo delle foglie che penzolano stanche dai rami, al tappeto arancio di quelle adagiate per terra, fino al color cioccolato del tronco degli alberi. Sono colori contrastanti con l’azzurro del cielo terso che fa da tetto a giornate fresche.
Osservo il passaggio da una stagione all’altra, pronta a cogliere i segni che mi allertano che qualcosa sta cambiando.
E così mi ritrovo a spalancare la finestra una sera di settembre, all’imbrunire, e sono investita da un’aria tiepida che contrasta con il cielo ormai quasi del tutto buio. È una sensazione che mi riporta indietro di molti anni: ancora studiavo al liceo. Come in un deja-vu, mi rivedo alla finestra aperta della mia cameretta, durante una piccola pausa dallo studio, mentre osservo gli uccelli cinguettare come impazziti nel rientro serale ai loro giacigli. Fuori è quasi buio, eppure i lampioni sono ancora spenti: un classico, quando le ore di luce si accorciano clamorosamente, sorprendendoci. Quando la scuola cominciava, io non desideravo altro che l’estate finisse, che l’inverno arrivasse in fretta, perché stare a scuola mentre fuori le belle giornate persistevano mi faceva sentire frustrata.
La penso ancora così. Finite le ferie estive, vorrei che fosse subito inverno. Perché, in fondo, i cambiamenti mi spaventano. È come se i periodi di transizione prolungassero la mia paura del cammino da intraprendere e amplificassero la crisi legata al nuovo, nonostante io sia pienamente consapevole dell’importanza di questi periodi per la preparazione e il successivo adattamento al nuovo.
Forse sono solo una persona impaziente. Sì, effettivamente, al cospetto di alcune situazioni, lo sono. Ad ogni modo, preferirei catapultarmi dalla sdraio in spiaggia direttamente alla sedia a dondolo accanto al camino. Pronta, poi, già a cogliere di nuovo fiori di pesco.
2 thoughts on “Il, Lo, La, I, Gli, Le: “Transizioni” di Enza Graziano”
Enza Graziano
Grazie Filippo! 😊
Pingback: Questa settimana (c’è tanto autunno) – Enza Graziano – Leggi e Viaggia