Ecco, il blog “I Tesori Di Amleta” è uno di quei siti internet che mi interessano e mi rilassano, con articoli che toccano diverse tematiche, ma tutti eccezionalmente pertinenti e pregni di pacata fermezza logica. Il post che vi propongo questa sera va a mettere in discussione la plurinflazionata parola “resilienza”, ovvero la capacità di adattarsi ai contesti. Buona lettura. (Filippo Fenara)
Adattamento?
Nessuno puo vivere libero se è costretto ad essere simile agli altri. ( Oscar Wilde)
Sapete bene che non faccio mai citazioni di nessun tipo, pur conoscendo moltissimi testi, ma questa volta voglio fare un’eccezione. Partendo da questa citazione vorrei parlare dell’adattamento di ogni essere umano al suo ambiente. Un adattamento naturale oppure obbligatorio? Se un bambino fa cose diverse dagli altri che succede? Viene considerato problematico. Perchè? Perchè se un bambino fa qualcosa che non è simile a quello che fanno gli altri la psicologia dice che forse esprime un disagio. Forse. E se non fosse così? E se quel bambino sta invece affermando il suo diritto di essere se stesso e non simile a nessun altro? La scuola esige che tutti gli alunni facciano le stesse cose e allo stesso modo. Non ammette divagazioni di nessun tipo. Ma se questo costringesse il bambino ad un adattamento forzato che invece di aiutare la natura umana la costringesse ad una deviazione disumana?
Il sistema scolastico è stato creato su quali basi? Conformità a delle regole, conformità ad un comportamento uguale per tutti, obbedienza fiduciosa verso chi detta le regole. In una parola ad una conformità ad un sistema prestabilito creato da altri esseri umani.
Abbiamo constatato che alcuni individui hanno patito in modo particolarmente negativo il sistema scolastico, non riuscendo a uniformarsi, adattarsi ad esso ed eccellere. Eppure al di fiori della scuola, e grazie alla loro continua rivendicazione di libertà, sono riusciti a fare cose molto innovative e a lasciare un’impronta nell’umanità molto importante.
Allora l’adattamento serve davvero oppure uccide la vera natura dell’uomo e danneggia la sua libertà?
Prima dell’avvento dell’alfabetizzazione i bambini crescevano nelle campagne, a contatto con la natura e gli animali. Spesso i genitori non avevano il tempo di occuparsi di loro ed erano i fratelli a prenderse cura. Eppure crescevano e sapevano cosa fare della loro vita e non si sentivano costretti a fare qualcosa dentro strutture chiuse. Crescevano più liberi di adesso? Crescevano meglio?
Adesso i bambini soffrono di molti disturbi già da piccoli: anaffettività, noia, depressione, aggressività,…Queste patologie ” moderne” sono forse una conseguenza del tipo di educazione ricevuta a casa e a scuola?
L’adattamento forzato e il distacco dalla propria natura creano quelle nevrosi dell’uomo moderno che lo rendono così insoddisfatto e infelice?
3 thoughts on “Il, Lo, La, I, Gli, Le: “Adattamento?” di Amleta”
sibillla5 NADIA ALBERICI
Molto interedsante ma il discorso è molto complesso…
Manuela Di Dalmazi
Mio figlio è diverso, questa sua diversità ha un numero 104 paradossalmente gli consente di essere “libero”. Come dice Nadia il discorso è molto complesso.
Filippo Fenara
Io pubblico articoli che suonino il “la” per aprire riflessioni, dibattiti e prese di coscienza, purtroppo le risposte definitive non le ha in mano nessuno di noi, solo un sincero e edificante confronto può aiutarci a migliorare le nostre condizioni di vita.