© Maia dall’account Instagram @maiapoems
Che sciocco. Fino a poco tempo fa ritenevo la poesia zippata di Instagram una depravazione aulica, poi mi sono dovuto ampiamente (non totalmente, sia chiaro) ricredere, soprattutto grazie alle indicazioni di Francesca De Masi aka @inosservatapasso che, come Beatrice nel paradiso terrestre, mi ha guidato attraverso il percorso di trasformazione della comunicazione onirica attuale, indicandomi autori ed autrici che avrebbero – e così è stato – destato la mia attenzione e stima. Paradigmatico è l’incontro che ho recentemente avuto con le frequenze compresse di Maia, sul cui account Instagram sono conficcate frecce liriche di un’originalità spiazzante, che l’autrice scocca con la precisione di un cacciatore di anime fertili e che bersagliano la zona d’ombra della poesia “classica” per ergersi a modello, criticabile finchè si vuole, ma oggettivamente coraggioso ed originale nella concisa stesura. “Le pozzanghere sorridono d’imbarazzo e nudità” è una sentenza definitiva così come lo è “memoria isterica, epilessia del tempo” tutte frasi tracimanti significanza focale, Maia scarta tutti gli orpelli superflui, non ostenta ricami, piuttosto enuclea il nocciolo di forme tra il cubismo ed il surrealismo e le comprime in un jpeg che infrange i sensi del lettore comune attraverso lo stupore che emana. Mi auguro che, prossimamente, Maia mi conceda il lusso di cartacarbonare altre frecce del suo feretro creativo, perchè scoprirete che, visitando il suo account Instagram, ci sono lampi di genio che non devono passare inosservati. (Filippo Fenara)
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