SFRONDO
Con decisa recisione
Sfrondo
i rami secchi
di Novembre
drastica ma sensata
l’epilogo inneggiante
proemio
di pagina voltata
Non meccanicista
ma controvertibile
fonte di dibattito aperto
Vorrei essere
E se non potrò
chiedere al cielo
che renda ammissibile
il mio vivere a soggetto
allora m’instillerò
d’amore il siero
in luminose radiazioni
nelle crepe del mio ghiaccio.
© Veronica Phoenyx Annunziata dal profilo Instagram @phoenisia
Per Veronica Annunziata è il momento di recidere rami secchi della sua vita e, pur restando ferma sulle sue “decise recisioni” soggettive si mostra aperta e disponibile al dialogo, fino alla fine della poesia dove chiede “al cielo” la possibilità di questa potatura sociale ed intellettuale e, in caso di responso negativo, chiude il cerchio con l’iconico finale “allora m’instillerò d’amore il siero in luminose radiazioni nelle crepe del mio ghiaccio”. Lentamente, attraverso le carte carbone che la riprendono (rileggetevi le precedenti “Riemergo Integrale“, “Costanti” e “Tachicardia“) nel suo poetare, emerge la struttura ottaedrica delle sue composizioni: parole acuminate e fuori dai dogmi conservatori che formano spigoli metricamente equidistanti vertenti all’apice del significato che Veronica persegue con infallibile perspicacia e tenacia. Per chi non lo sapesse, la forma ottaedrica è quella consueta dei diamanti e, non a caso reputo l’architettura aulica di questa autrice come una sfavillante pietra preziosa di elevata caratura e disomologata dagli spigoli dei termini che fanno parte del suo vasto vocabolario. Spero che Veronica abbia, prima o poi, un ritorno di questo suo talento e, se non fosse così, sarebbe il tracollo della meritocrazia. (Filippo Fenara)