Seguo con sempre più attenzione il blog di Dino Veniti (link in calce all’articolo) per gli interessanti articoli e particolari poesie che pubblica (sulle frequenze di LeMieCose, Sabato 13 Dicembre alle 19:00 non perdetevi la carta carbone della sua “Attesa Paziente”) e per una personalità che si fa sempre più misteriosa man mano che lo si conosce. A testimonianza di questo provate a leggere il “Chi Sono” del suo sito che, oltre ad essere divertente e forse anche un po’ inquietante, è di per sè uno scritto che invece che dipanare, infittisce le nebbie attorno alla sua immagine. Trasparenti e diretti sono invece gli articoli con i quali infierisce su acquisiti e metabolizzati status quo sociali dei nostri tempi: in questo “La Pandemia Di Masterchef” mi trova perfettamente d’accordo nel demonizzare l’indotto del circo mediatico enogastronomico in un mondo nel quale muoiono, ogni giorno, circa 12.000 persone di fame. Dopo aver letto questo articolo che non lascia spazio a molte interpretazioni, mettiamoci tutti una mano sul cuore e riflettiamo. (Filippo Fenara)
La Pandemia Di Masterchef
Credo sia opportuno fare una seria riflessione in merito ai gravissimi danni psicologici e sociali che programmi televisivi quali Masterchef, Cucine da Incubo e affini hanno causato a noi tutti. Al solito, i social network sono un’autentica miniera d’oro sotto questo punto di vista. Ormai i profili sono un pullulare di fotografie di antipasti, primi, secondi, contorni, dolciumi di ogni tipo, impiattati con una cura estetica maniacale, oltre al perfezionismo nevrotico, ossessivo-compulsivo, con cui le portate vengono immortalate, cercando l’angolazione e la luce giusta. Ecco, in tutto questo, la mia perplessità è la seguente: ma dove cazzo lo trovate tutto questo tempo libero? Ma ce l’avete un cazzo di lavoro? Tra l’altro, state facendo venire una marea di complessi a chi, come il sottoscritto, si accontenta di cucinare piatti più semplici, con un semplice, antico, tradizionale e pragmatico obiettivo, quello di mettere sotto i denti qualcosa di commestibile.
Davvero, cari lettori e care lettrici, lo ribadisco ancora una volta: la pandemia non ha avuto nessun effetto catartico, non vi è stata nessuna evoluzione, nessuna maturazione, nessun miglioramento, nessuna palingenesi collettiva. Il fatto che il virus vi abbia costretti in casa ha magnificato un’epidemia ben peggiore, quella del vostro narcisismo ed esibizionismo, il sentirvi tra i fornelli alla stregua di novelli Carlo Cracco e Bruno Barbieri, verso i quali, tra l’altro, provate un’ammirazione di stampo masochistico, visto che se avessero modo di assaggiare le porcherie che cucinate, probabilmente ve le sputerebbero in faccia riempiendovi di insulti e li ringraziereste pure.
Non posso che augurarmi, per concludere, che la pandemia finisca quanto prima, che i vaccini siano efficaci e che al termine di questo durissimo anno faccia seguito una tremenda carestia, una mancanza totale di derrate alimentari che ci liberi una volta per tutte di questa iattura del “food porn”. Sarà bellissimo vedere i vostri selfie, con i vostri volti scavati e rinsecchiti, mentre dentro siete straziati dal dolore e dalla fame, con la didascalia:”sono tre giorni che non mangio, sorrido sempre”.
A quel punto, sarà bellissimo anche assistere all’ultima edizione di Masterchef, nel corso della quale i concorrenti, esasperati dalla mancanza di cibo, divoreranno senza pietà Cannavacciuolo, Barbieri, Bastianich, Locatelli, Cracco e chiunque sia stato giudice di quella trasmissione spazzatura.
© Dino Veniti dall’omonimo blog
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