AVEVO OTTO ANNI QUANDO…
Avevo otto anni quando la nonna è morta.
Era carnevale.
Non ho pianto, quando l’ho saputo.
Ho sentito come un calore fortissimo, un bruciore su per il viso
Una sensazione di blocco. Non riuscivo a muovere un muscolo.
La ricordo bene, un irrigidimento, un peso sul petto.
Era carnevale.
Quando si trovava un coriandolo, in terra, fuori stagione
mamma diceva: è la nonna che ti parla.
Il colore del coriandolo parlava.
Oggi ho trovato un coriandolo bianco, a terra, in cucina.
Non so come sia arrivato lì. A dicembre.
Ma era bianco.
Il colore della fede.
Ok, nonna.
Ho capito.
© Lucia Piombo dal “Poetella’s Blog”, inclusa la fotografia di copertina
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È sempre un piacere avere una composizione di Lucia Piombo da leggere e coccolarsi come un cucciolo. Io le vedo proprio così le poesie di Poetella, tenere e morbide come peluches da stringere prima di dormire o in un momento di scoramento, la sua indole creativa è caratterizzante e potente, nell’accezione più emotiva del termine, un vero e proprio fluire di edulcorato affetto. Emblematica è questa “Avevo Otto Anni Quando…” nella quale scrive teneramente della scomparsa della nonna e, nell’esporre il racconto, lascia trapelare attraverso la minuscola immagine di un coriandolo, il grande mistero della vita, ovvero il rivelarsi attraverso simboli, coincidenze, visioni e sogni, di persone a noi care che, fisicamente, non ci sono più. Il coriandolo bianco nel finale dell’elegia, come scrive Lucia Piombo “il colore della fede”, mi dimostra che non sono l’unico al mondo a sintonizzarmi su certe frequenze mistiche, ho fede, sento, percepisco e ammiro come la penna di Poetella sia riuscita a farmi sentire così goccia di un mare invisibile. (Filippo Fenara)