Da lunedì scorso ho deciso di dedicare la prima giornata della settimana alle monografie di autori o blogs che ho cartacarbonato più volte durante questi due anni di vita di Le Mie Cose, in modo da trarre un sunto dell’esperienza scaturita dalla libera, equa, volontaria e gratuita collaborazione letteraria ed empatica con artisti che hanno fatto breccia, spontaneamente, nel mio stanco ma recettivo cuoricino. Precisando che sono monografie incentrate sulla produzione scrittoria piuttosto che presentarsi come noiose, asettiche e superflue note biografiche, vi invito a consultare la prima “CCMono” dedicata a Biagina Danieli (la trovate cliccando qui) e pubblicata lo scorso lunedì, che ha registrato un inaspettato successo di riscontri positivi, soprattutto sui social, in particolare su Instagram. Ma non solo.
Oggi ripercorreremo il percorso cooperativo tracciato tra Le Mie Cose e il blog “Judy e Lyth” (il link ad esso è in fondo a questo articolo), nel quale, per l’appunto, le due amiche Judy Barton e Lyth Karu pubblicano (soprattutto) poesie, ma anche scritti scientifici, ricette in forma aulica, elegie eteree ispirate dall’intangibile bellezza della natura, componimenti che affondano le proprie radici nella storia così come nella religione, ma andiamo con ordine.
Judy Burton è una persona molto riservata, difficile anche da trovare tra i commenti sotto gli articoli, non è particolarmente prolifica ma, quando pubblica una poesia – spesso a sfondo bucolico ma non sempre – riesce ad imprimere un’energia aulica ai suoi versi straordinaria, ha una grandissima proprietà di linguaggio della quale se ne serve per semplificare i suoi componimenti piuttosto che renderli agglomerati di termini incomprensibili a tutela di una cripticità inadeguata. Judy Burton la stimo ed apprezzo come poetessa, nel senso più classico del termine.
Lyth Karu, all’opposto della sua “coinquilina” Judy Barton, è una scrittrice imprevedibile, assolutamente e serenamente disallineata con il flusso che converge alla visibilità e al successo di parvenza, è molto colta, fissata con la scienza e la fisica ma dispensatrice parca di aneddoti che svariano dalla storia alla cucina, dalle zanzare al dialetto siciliano che sfoggia con simpatica grazia in alcune sue composizioni. È anche eccellente poetessa Lo-Fi – nel senso che ha uno stile personalissimo e fuori dal glitterismo che contagia molti autori contemporanei. Ma il suo grande “superpotere” è quello della sensazione di vicinanza empatica che, conoscendola, trasmette ai suoi seguaci, ogni volta che pubblica qualche alchemica preparazione lessicale si ha una sorta di deja vu, si comincia a pensare che Lyth sia la propria vicina di casa o una persona che non conosciamo ma che ci conosce per filo e per segno. Con Lyth è quasi inevitabile un’amalgama d’anime. (Filippo Fenara)
A partire dalle 13 di oggi saranno ripubblicate, ad arrivare alle 22 e 30 di questa sera, 3 carte carbone dedicate alle poesie di Judy Barton e altre 3 che invece fanno riferimento agli scritti di Lyth Karu, di seguito il palinsesto:
13:00 – “L’aria è Ferma” di Judy Burton
15:00 – “Accattai” di Lyth Karu
17:00 – “Distendo” di Judy Burton
19:00 – “Con Una Sella” di Lyth Karu
21:00 – “Terza Domenica Di Avvento” di Judy Burton
22:30 – “Al Chiacchierino” di Lyth Karu
One thought on “Carta Carbone Monografia: blog “Judy e Lyth””
lyth karu
Negli anni ’50 le ragazze potevano scegliere tra licei o istituti magistrali per il proseguo degli studi dopo le medie, gli istituti tecnici erano solo per ragazzi. Fui però mandata a ragioneria perché ritenuta non idonea a studi più impegnativi: nel mio corso eravamo solo in tre ragazze su quaranta. Imparai così a far quadrare conti economici: non imparai altro, rimanendomi estraneo ogni altro insegnamento o appena appicicaticcio per sgusciare dalla scuola. Poi l’immancabile lavoro tra i numeri nella giostra dell’aritmetica. Amante del mare e dell’oltre orizzonte avrei scelto studi nautici. Poi, ultra settantenne, judy mi portò qui. Lei i suoi studi li ha fatti con serietà: se ci fossimo incontrate in strada, come ci siamo incontrate sui social, non ci saremmo notate.