Lo splendido racconto di Morgana Chittari che state per leggere mi ha fatto venire dei giustificati sensi di colpa: dov’ero io mentre quest’autrice scriveva e pubblicava meravigliosi racconti stipati di vita? Ma non ero io che mi ero riproposto di diffondere il più possibile la bellezza intonsa di anime luminose? Eppure era sotto i miei occhi, dannazione, mi mordo il labbro dalla rabbia. Ma recupererò, perchè Morgana Chittari è un saxofono che suona in una vecchia cantina adibita a club nel centro di Vienna, è il miracolo che s’avvera nell’ombra, è la libertà espressiva, è lo spartito strappato, è la pinta vuota attraverso la quale s’allunga la sagoma del suo sinuoso scrivere. Recupererò. Non possiamo perderci una risorgiva di felicità. Non possiamo fare la stupidaggine di non visitare il suo club virtuale “Chimere“. E ora lasciatevi avvinghiare da questo suo racconto…
UN SAX A CORTE
Suono perché sono un Sax. E suono jazz perché è il colore del mio cappello ed è per il mio colore che mi pagano. E suono blues perché è un modo come un altro per brillare, restare sveglio la notte, tenere il tempo per pensare.
A nessuno piace il jazz, a nessuno piace il blues. Serve che io resti a corte e continui a suonare.
Risate a volontà, di quelle che spengono il cuore. No, scusate, non mi lego. Io lo so cosa sono e cosa suono. Sono uno di quelli che fa una nota storta e finisce male piuttosto che prendersi la briga di comandare. Faccio quel che serve per campare ma lo so fare. E non mi scuso, lo faccio per sentirmi meno solo, di parlare con la bottiglia vuota: tracanno e ci metto dentro le mie note, che valgono il sudore, e pure le vostre, che non hanno sapore.
Accendo un suono, improvviso. Non so mai come sarà, prima di cominciare. Qui a corte la sanno lunga su tutto. Hanno certe facce lunghe come il diavolo e le fanno scivolare sul tappeto rosso insieme alle lingue mentre mi guardano da lontano e mi sputano addosso.
Che mira! Grida il re, estasiato.
Ehi, re, dico a te, ti va di improvvisare?
Ogni notte sfido il re perché sono ubriaco e mi va di giocare. Lui sta al gioco. Brindiamo affondiamo nel rosso voltoliamoci nel vomito stappiamo un’altra bottiglia e strappiamoci la carne a morsi, tanto io e te non ci intenderemo mai e resteremo a ballare finché uno dei due non sarà al tappeto! Le regole falle tu che io non son buono a niente tranne che a improvvisare.
Il mio posto da giullare io lo reclamo. Sono il migliore in tutto il reame.
È per questo che mi pagano: per uccidere il re ogni notte, farmi sputare addosso e continuare suonare. Ma il re non può morire. Io, più suono più mi si strozza in gola il colore.
All’alba resto solo suono un blues mi faccio un sorso e rido. Insieme allo sputo mi resta addosso la speranza della candela accesa che si crede eterna nel suo brillare.
© Morgana Chittari dal blog “Chimere”
https://morganachittariblog.wordpress.com
2 thoughts on “Il, Lo, La, I, Gli, Le: “Un Sax a Corte” di Morgana Chittari dal blog “Chimere””
Morgana Chittari
Grazie del tuo sguardo, Filippo.
La tua è buona musica, mi fa piacere essere un piccolo frammento dell’orchestra ☺️
Ettore Massarese ( fu Franz)
Sono d’accordo con te Filippo…è materiale di penna molto talentuosa.