Premessa all’introduzione: collaboro con Alessandra da un po’ di tempo e la sua elegante, educata e riservata sottoesposizione mediatica sono valori aggiunti di quelle donne che mi spronano con dati di fatto ineluttabili a non cadere mai nel becero e materiale maschilismo. Sentivo il dovere di dirlo, ora passiamo alla corsia d’accelerazione di “Forever”: più m’addentro nella poesia di @senzavoce.it più m’immergo in una dimensione di robotica tribalità, ne assorbo le formule rituali avvalorate dalla blockchain della sacralità che l’autrice riesce a conferire, c’è la beat generation trasmutata in una visione bladerunneriana, c’è la magia e l’esoterismo poderoso del suo spirito guida, c’è il blues digitalizzato di uno ieri che si proietta nel chissà con passi certi ed impronte profonde. Alessandra ha un mood comunicativo unico ed innovativo ed in questa dolcissima e toccante elegia (ma raccomando a tutti i lettori di seguirne il cammino letterario mistico in toto), dimostra per l’ennesima volta come il reticolo della sua anima sia un setaccio lessicale ed emotivo che raffina versi doppio zero che la rendono unica in mezzo a milioni di frasi stereotipate che vengono sputate ogni giorno su carta e sui media. Non ho altro da aggiungere vostro onore, se non…statemi in luce. (Filippo Fenara)
FOREVER
E adesso
Che trabocco
Di candore riemerso,
Di fanciullezza,
Di violenta dolcezza,
Che sono preda
Delle tue armi
Bianchissime,
Cosa ne farò
Dei futili risvegli
E delle tempie che
Pompano veleno?
Ora che mi hai svestita,
Saprai scovare
Il sepolcro delle cose
Incapaci di morire?