Più aumenta il numero dei poeti – emergenti e non – che seguo, più è facile che qualcuno di loro esca dal raggio radar delle carte carbone. Ma con Emma aka @fisiologiapoetica non doveva succedere. Con lei è peccato mortale. Spero di cavarmela con qualche anno di purgatorio e la condizionale. Preventivamente vi avverto che, in calce alla poesia, vi lascio i links delle sue poesie che ho introdotto tempo addietro, così, per mettere le mani avanti e recuperare il maltolto.
Gennaio. Un cubo di Rubik in tonalità di grigio. Il postmodernismo contemporaneo. Uno dei “pintados negros” di Goya. Gli anfratti più angusti e profondi delle grotte di Frasassi. Una fotografia in bianco e nero del Cocoricò dopo la chiusura. Una nuvoletta di carbone filato. Un viaggio in treno in piedi. Una partita di serie A senza pallone. La Torre dei tarocchi dei Visconti, carta n° XVI. “Les Jardins Suspendus” dei Sonic Area. Baciare in bocca Marilyn Manson truccato. Sorrisi a tinte fosche. Aulicismi noir. Un mazzo di gambi di rose. Gli incubi di Kubrick.
È che l’imbrunire
Le scorie tossiche
E arrivare sottovuoto
All’altare
Datemi in dono l’eternità e non avrò comunque la benchè minima possibilità di ripetere una codificazione del sentimento così accurata. (Filippo Fenara)