Oltre ad averla già conosciuta attraverso le sue poesie che hanno ottenuto un ottimo feedback, l’eccessivamente modesta (è un complimento motivazionale…) Raffaella Lazzarato questa volta ci racconta la sua personale normalità attraverso i coinvolgenti scatti della sua reflex, incarnando alla perfezione lo spirito di questa giovane rubrica di fotografia popolare che non esclude nessuno, dal professionista, a chi ama shottare di pancia con un Nokia 3210. Anche in questo caso è riuscita a stupirmi e sono sempre più gratificato dall’averla potuta conoscere. Ora passo a lei il microfono… (Filippo Fenara)
“Feel mi ha chiesto di accompagnare le mie foto con un breve scritto su di me.
Non dovrebbe essere difficile per una che, fin dall’età di 9 anni, sogna di diventare una scrittrice. Non dovrebbe. Invece, lo è. Perché a parlare di me non sono mai stata brava.
Lascio che per me parlino i miei scatti, le mie poesie e i miei racconti.
Ho sempre preferito che fossero loro a delineare le linee imperfette della mia figura.
Ma se qualcosa posso dirvela è che la passione per la fotografia e per la scrittura viaggiano, per me, su linee sovrapposte. Quando scatto, su quella foto immagino momenti di vita che poi riporto su carta.



E ci tengo a non definirmi fotografa, perché non lo sono. Certo, ho una reflex che mi accompagna nei miei viaggi (quando ancora qualche viaggio lo facevo) o nei miei giri in città, ma non basta questo a renderti fotografo.
Mi appassiona catturare un momento, cristallizzarlo per sempre in un fotogramma.
Mi emoziona.
Fotografo per questo, per lo più.
Ritratti, o dettagli di un paesaggio o di una persona. Scorci di vita.
Attraverso cui prendo vita anche io.”


