Un bagliore. Luce calda, riflessiva. L’ascesa umana del declino storico. Elisabeth Gioia Carbone è un’adepta delle arti della scrittura e della fotografia soprattutto, una trivella cerebrale che scava oltre le facciate di circostanza, un’autrice che maneggia la spada della semplicità e del palese con inaudita disinvoltura, arrivando a puntare gli inesorabili aculei del karma sulle corrispettive coscienze, interpretando l’arte come un lubrificante per gli ingranaggi della naturale evoluzione. Mi sono inoltrato al di là del suo seguitissimo blog e del suo curato profilo Instagram (entrambi linkati in calce) per coglierne uno spirito di giustizia divina e di pacatezza risoluta nei suoi versi asciutti che non lasciano spazio a troppe interpretazioni e frivolezze, l’essenzialità a servizio del cosmo, la pace di chi sa. Penso di aver incontrato sul mio percorso un “albero millenario” che rappresenta metaforicamente lo spirito di Elisabeth, capace di raccontare infiniti aneddoti con radicata credibilità. Lo spettacolo deve continuare, statemi in luce. (Filippo Fenara)
COLANTI EMOZIONI
Come volti curiosi e spigolosi,
questa quotidianità,
quest’apparente via infinita.
Masticando sensibilità e digerendo
umiltà, si vive.
Seppur si ripetono gesti sconnessi,
momenti spenti, posti composti e crasi fasi, si vive.
E la noia si strozza,
il riposo si contorce
ed i giorni se ne vanno.
L’unica cosa a rimanere
sono le emozioni,
mutanti e colanti emozioni.