Ne capto onde travolgenti, messaggi dentro bottiglie digitali, scorgo letti spogli, caffè bevuti in solitudine fissando un punto vuoto oltre il vetro, nel cielo cinereo. Ne provo l’arroccata dignità, i recessi in rilievo, la fiamma che ne avvolge la lignea sensibilità, il viscerale grido, sordo all’indifferenza delle sagome nere, la necessità di dare, di condividersi in parole come pezzi di pane offerti a cuori affamati, ne avverto il catartico patimento mentre passeggia incantata per le vie di Roma. Ne comprendo empaticamente il convergere verso sè stessa piuttosto che perdersi nei preludi del vuoto, nelle promesse disattese, nel baluginio che ci vorrebbe tutti allodole, una decrescita imprescindibile, un farsi piccola nella sua, personale immensità.
Biagina Danieli mai come in questo periodo ha scritto così “di pancia”, sublimando la schietta immediatezza dei suoi versi senza assurde pretese, senza avidità, senza inganno alcuno, fuori dagli schemi, pura sovracomunicazione. Oltre all’affascinante “Marea”, che leggerete a breve, vi segnalo sul suo blog l’altrettanto struggente “So Che Arriverai“, l’ennesimo segnale del momento espressivo particolarmente denso e coinvolgente della poetessa di Anzio. (Filippo Fenara)
MAREA
ho ritrovato la serenità
interrotta, dalle parole
vuote, canestri senza frutti.
tornare a se stessi, perdonandosi,
è il senso che mi cresce dentro.
accarezza l’inquietudine
di una marea, che svuota e poi riempie
fino all’orlo, ma non stravolge,
esonda docile
e in questa armonia di silenzi
ascolto il battere in levare del mio cuore
e non esiste melodia più bella.
One thought on “Carta Carbone: “Marea” di Biagina Danieli”
Nonna Pitilla
sempre straordinaria sempre!