Ben ritrovati al terzo appuntamento con questa rubrica dedicata alla fotografia (soprattutto ma non solo), nata sotto una buona stella. A deliziarci con i suoi scatti delicati e struggenti che hanno preso in ostaggio i navigli di Milano, questa volta è Rosy aka @rosy_sakamura che si avvale del contributo letterario dell’amica ed abile scrittrice Luisa Cataldi aka @cataldi_luisa la quale ha scritto una meravigliosa e commovente fiaba ispirata dalle immagini che contemplerete a breve. Non aggiungo altro perchè quello che state per vedere e leggere è già immenso di suo. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
IL CIGNO
Nato tutto solo in una spoglia culla d’ospedale, il piccolo Joshua era rimasto subito senza mamma: mentre lui infatti usciva dalle acque tiepide del suo pancione, lei tristemente spiccava il volo, tramutandosi in un meraviglioso cigno bianco che prese a solcare le acque limpide dei Navigli, là dove aveva incontrato l’amore e là dove aveva imparato anche a donarlo.
Joshua crebbe custodendo nel cuore la nostalgia della sua generosa mamma e, quando fu un poco più grandicello, prese l’abitudine di andare a pescare proprio nel punto in cui il cigno bianco soleva riposare.



Avvenne una sera in cui il piccino smarri’ il conto delle ore che vedesse le tante luci della natalizia festa e a lui parvero così belle da sembrare delle vere stelle!
Joshua allora chiuse subito gli occhi ed espresse il suo più grande desiderio, quello di abbracciare almeno una volta la sua mammina, dagli occhi azzurri e dal limpido sorriso come le sue amate e dolci acque.
Il cigno in quel momento era poco distante e lo osservava in trepida attesa: all’improvviso, ecco, Joshua vide la sua mamma ed ella prese ad accarezzargli i capelli e a ninnarlo tra le onde del suo affettuoso abbraccio.



Quell’incontro inaspettato lo commosse a tal punto ch’egli iniziò a piangere disperato per quel sogno troppo vero e di cui non si sarebbe mai saziato! Spalancò i suoi occhi umidi di pianto e davanti a lui trovò solo il cigno bianco. Non s’accorse del muto soffrire di quell’uccello e nessuno gli poté mai rivelare che proprio quel cigno a lui tanto vicino era la sua mamma.
