Noi che eravamo ragazzini negli anni ottanta, adesso navighiamo nelle acque torbide dei 50/60 e, fisiologicamente, non abbiamo più le stesse energie di un tempo. Si torna a casa dopo la solita giornataccia di lavoro, ci si schianta sul divano e, normalmente, si accende la televisione in uno dei flattissimi programmi d’intrattenimento becero e si finisce con l’essere ancora più stressati, mentalmente avvelenati. Quando io ho bisogno di rilassarmi, mi è congeniale il blog “Povertà e Ricchezza”, perchè è decompressione, ricarica, distrazione sana. I racconti di Alberto mi riportano, come ipnosi regressiva, a cose che ho realmente vissuto e che riconducono la mia “memoria del contesto” all’adolescenza, un’età complessa ma energica e del ritrovato vigore ne risente tutto il resto del corpo, come fosse connesso ad un caricabatterie. Poi sono scritti stramaledettamente bene, la mente s’arricchisce, si lubrificano gli ingranaggi cerebrali grippati da una tetra quotidianità. Fossi in voi lo seguirei, sul blog o su Facebook, spegnendo la televisione. Per sempre. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
AVVENTURE DI RAGAZZI AI TEMPI DELLE PAGELLE SCOLASTICHE
Un sabato pomeriggio ci eravamo rintanati in bar Stella a causa del tempo infame di febbraio con le sue nebbie, la sua umidità, la sua pioggia e le sue pagelle scolastiche.
Già, le pagelle scolastiche erano arrivate agli occhi dei nostri genitori e con esse anche qualche assenza nelle nostre file.
Silvia, con il suo quattro in latino e matematica si era giocata un mese di uscite con gli amici.
Mi hanno fottuta, ragazzi, aveva detto una mattina a scuola, non possiamo vederci al parco. Devo studiare…devo essere la brava ragazza CASA SCUOLA CHIESA!
Alla faccia della libertà data alle donne, al femminismo, allo STRONZISMO, aveva abbaiato irritata vedendo sua madre all’uscita di scuola.
Era venuta a prendere la sua principessa, perchè era in PUNIZIONE.
Stessa sorte per Piero il fico, il finto proletario col papi padrone di azienda…ma il figlio era una mutanda per ogni sedere, quindi…
…quindi quel sei in latino e sette in matematica urtavano la famiglia ultra capitalista del nostro uomo. A casa a studiare, impazzire!
La Michi Michelina Toffee aveva ottenuto sufficienza in tutte le materie ma ciò al suo paparino non era andato assolutamente giù.
Sei una ragazza intelligente da 9 e azzarderei dire 10 e ti accontenti di quei voti infami.
La figlia riccioluta con gli occhi socchiusi da gatta morta aveva cercato di giustificarsi…ma papà i prof sono stronz…ehm sono molto esigenti e poi quella (quella maledetta bagascia) di filosofia è maschilista e odia le femmine e…
e…SBAMMMM!
Basta con queste sciocchezze, aveva risposto suo padre con un pugno sul tavolo della cucina.
Michi era trasalita spaventata. Una mela posta sul cestino era rotolata a terra con un flebile rumore.
Perdi tempo ad ascoltare quella musica satanica, quel Vasco dei miei stivali e la sua musica per sconvolti ora avresti ben altri voti.
Attenta che i voti scarsi si pagano nella vita, non avrai sempre la poca responsabilità di una sedicenne!
DI CONSEGUENZA….
Beh, insomma a casa è andata circa…abbastanza…discretamente bene, aveva borbottato la Michela con un sorrisetto ironico e i suoi soliti occhi socchiusi, larghi anelli alle orecchie e sigaretta ai lati della bocca da BULLA DI PERIFERIA.
Posa che mandava in visibilio il Frank che aveva sempre adorato quella gatta morta, fissata con l’autore di
“generazione di sconvolti senza più santi nè eroi”
Quindi non ti hanno blindata in casa, aveva replicato balbettando.
In verità la Toffee era stata blindatissima, ma quel rompiballe di suo padre era andato in giro per affari tutta la settimana, quindi via libera.
Sua madre…Michelina l’aveva mandata all’inferno, non la temeva. Faccio quello che…quel cacchio che voglio, aveva brontolato uscendo di casa. Lo dico a tuo padre. Sbamm, porta chiusa alle spalle e addio!
Nel frattempo era arrivata Stella perchè ci aveva visto senza niente da bere. Ehi ragazzi, aveva detto con la sua voce calda e sensuale e gli occhi blu come il mare. Porto un paio di birre?
Piccole eh, siete ancora troppo giovani. Aveva fatto l’occhiolino a mezzo viso. Il Checco era trasalito, la sua venerazione per quella ragazza era alle stelle, come il suo nome.
Si, gra…gra…zzzie Stella, sei…sei… Stella lo aveva guardato con malizia. Che cosa sono, tesoro? Risolini alle sue spalle, Checco rosso come un papavero.
Il nostro amico si è innamorato di te, aveva detto la Katia acidamente.
Stella aveva sorriso…CHE TESORO, aveva detto accarezzando il viso il nostro amico. Vi porto subito le birre.
Le birre erano arrivate e il Checco era rimasto in piedi ancora paralizzato per la carezza della sua bella e impossibile.
Puoi anche venire a sederti pirla, gli aveva detto la Michelina fumando verso il soffitto, quella non te la da e non ti sposa.
Il tempo delle pagelle e non delle mele proseguiva a ranghi ridotti causa punizioni genitoriali nell’età della nostra età verde.
Diventando adulti le restrizioni sarebbero aumentate in maniera diversa, come in ogni stagione dell’esistenza.
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Povertà 🌟 Ricchezza
Grazie per le tue parole caro Filippo. Stella, i ragazzi e le ragazze della compagnia ti vogliono bene