Cambio di profondità di campo. In questo ultimo periodo la vena poetica di Alessandra ha lentamente spostato le sue scenografiche pulsioni auliche, dalla coronarografia sanguinea della propria interiorità è passata ad un autoscatto dove tutto ciò che è alle sue spalle risulta ormai sbiadito, diafano, al contrario di lei che appare a fuoco, rinvigorita da una nuova rinascita. Nel leggere i componimenti de @ilcircolodellepoetesse, mi sono reso conto che, probabilmente per connessione empatica, molte di loro stanno varcando il crinale della sofferenza per scrutare oltre ai propri dolori, al di là delle normali e numerose sconfitte che tempestano il percorso vitae di qualsiasi essere umano: tutto ciò è motivante e viene a sussurrare all’orecchio che la poesia è foriera anche di questo miracolo. “Cielo”, come ho appena accennato, è l’ennesimo gradino superato della poetessa conosciuta su Instagram (ma vi consiglio di visitarne il bellissimo blog) come @senzavoce.it in procinto di liberarsi di ricordi claustrofobici, scaduti, compulsivi, per poter avanzare verso un ignoto che si svela attraverso la lampada della conoscenza e del coraggio di andare avanti senza diventare schiavi di traguardi materialistici. Versi leggeri, che se qualche tempo fa richiamavano la visceralità malinconica del blues e di Janis Joplin, oggi ricordano di più le aperture d’archi di tanti brani dei Massive Attack, nel voler credere in un futuro celeste come il…cielo. (Filippo Fenara)