Non so nulla – giustamente – di come procede la sua vita privata, è da un po’ però che ravviso un picco d’ispirazione nello scrivere di Ilaria e mi chiedo se il suo esprimersi combaci con il suo viversi quotidianamente. Pura curiosità esegetica. Fatto sta che le sue parole vanno oltre la semiotica, diventano icone, accentramenti di senso e di sensi, questa “Sole Padrone” è paradigmatica nel suo imbocco iniziale semplice e diretto, come la corsia d’accelerazione di un’autostrada che dirige verso un mondo più onirico, costituito dalla mancanza di angeli “disposti a scostare gli scarti dei tuoi sospiri”, un “sole padrone” accerchiato come il totem di una tribù indiana e l’impavido “bruciare la fiamma”. In questa breve poesia di Ilaria, ho trovato l’aforisma ineluttabile e la dissonanza jazz, un voler imprimere calchi d’anima bypassando il labor limae, l’impulso slam poetry, la freschezza e il surreale che s’alternano rievocando (ovviamente con tutta la modestia che il paragone merita) alcune tecniche cinematografiche di David Lynch e del periodo “pulp”. Leggetela ma soprattutto seguite Ilaria sul profilo Instagram, ho il sospetto che il segreto di questo suo “momento magico” sia il non rendersene completamente conto. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
SOLE PADRONE
Sono colpevole d’averti amato,
di avere affollato la mente di te.
Non esistevano angeli
disposti a scostare gli scarti dei tuoi sospiri,
li ammutolivi sinuoso,
e accerchiavi il sole padrone,
senza paura di bruciare la fiamma.
One thought on “Carta Carbone: “Sole Padrone” di Ilaria aka @ilariapoetessa”
rajanisingh885721172
Beautiful blog