Un tango sofferto e vasodepressore in compagnia della propria parte oscura che si conclude con un casquè degno quantomeno della nomination al Nobel. Splendida elegia questa di Giada aka @trionfoavolte, che in punta di piedi si muove lungo tutto l’infinito immaginario dell’oblio, un isolarsi dall’isolamento sociale, un ritrovarsi nel silenzio, nella penombra, un ricaricarsi del sè sciogliendo paure, incomprensioni e giudizi per…concludersi in un’accecante riapertura ungarettiana che divarica le porte del pensiero in divenire, alludendo ad un domani coriaceo, duraturo e splendente. Tecnica pregiata quella di Giada che, con avanguardistiche fonie argomentali, infierisce involontariamente sull’esangue poesia classica, portando una brezza fresca di novità, senza cadere nell’eclettismo ostentato di chi vuole ostentarsi a tutti i costi. @trionfoavolte non si mette in vetrina, piuttosto espone le parole che le sgorgano copiose con navigata esperienza ed accentuato gusto personale. Non perdetevi la chiusa se volete stare in luce. (Filippo Fenara)