L’immagine mediatica di Maia è un mistero inestricabile, un enigma senza soluzione, un interruttore con il solo OFF. È normale che, viste le sue sferzate auliche, le sue taglienti stories su Instagram (seguitela, sono uno spettacolo d’ironia e saggezza), il suo evidente lignaggio culturale e l’ebbra lucidità con la quale delizia i suoi followers, si venga a plasmare una fucina di curiosità ribollente che aumenta in maniera geometrica l’interesse verso le facezie dell’ape alticcia. Però c’è un però. Credo che se, per un motivo oscuro, mi si rivelasse la donna che tira i fili, per quanto bella e interessante possa essere nella realtà, sarebbe una delusione a causa della fiabesca, divertente e fumettistica idealizzazione che mi sono fatto nei confronti della macchietta giallo nera. Mi sono affezionato talmente tanto al personaggio che, malgrado la forte curiosità, coverei timore nel conoscere la persona. Sarebbe uno dei rarissimi casi in cui sceglierei la pillola blu dell’illusione. La prima parte di questo poema non fa altro che rafforzare la mia decisione, soprattutto come collezionista di vinili che tratto con maniacale cura, che solo un battito accelerato come quello causato dal triossido d’arsenico potrebbe sconvolgere, così come una scossa tellurica nella “Domenica pneumatica delle abitudini”. La chiusa di questa poesia meravigliosa è invece un problema, perchè una Signora o Signorina che scrive una cosa così bella e luminosa per un altro essere vivente mi fa pensare che merita assolutamente d’essere conosciuta ed abbracciata, rendendo sciocco e inutile tutto ciò che ho congetturato nella parte precedente di questo articolo. Pillola rossa, please. (Filippo Fenara)
3 thoughts on “Carta Carbone: “Bidibibodibibu” di Maia aka @maiapoems”
Povertà 🌟 Ricchezza
Quando vedo un LP mi prende come una scossa elettrica 🙂
Filippo Fenara
Non si provi nessuno ad avvicinarsi alla collezione completa di Dalla in vinile!!! 😠😠😠😉
Povertà 🌟 Ricchezza
Alla larga allora 😉