Introduco lo scritto di Stefano Budicin aka @merenernellanotte con il quale ha aderito e contribuito all’iniziativa collettiva Instagram “Limiti Umani” di cui ho già accennato oggi in occasione della ripubblicazione della poesia di PMR (trovate l’articolo QUI). L’eccelsa ed elevata prosa di questo autore cattura l’attenzione irrevocabilmente e conduce fino al termine dello scritto senza mai subire cali tensivi, una concatenazione di parole in cui non è mai presente “l’anello debole”. Buona lettura e statemi in luce.
LIMITI UMANI
Adoro le possibilità espressive che conseguono al dialogo che si innesca tra limite e infinito. Goethe precisa che la bellezza sta nella misura. Affascina l’idea che per gustare davvero il cuore di qualcosa sia necessario sorbirlo a piccole dosi, senza strafogarsi. Vero è però che vi sono ambiti nei quali è d’uopo essere più lucidi di Ulisse e superare di slancio le colonne d’ercole della propria Weltanschauung (visione delle cose). Uno scrittore sa che l’immaginazione può tutto e i limiti sono solo formali. Essi consistono nel dare un ritmo un timbro un tono al magma polimorfo della vita, recintandola in formule sintattiche contro le quali essa non potrà che scontrarsi in un denso e reiterato ebb and flow di antipatia. Ma se i limiti non esistessero il magma colerebbe giù dalle pendici del vulcanico fluire cui il reale sa di essere sinonimo, e laverebbe via, a suon di folate ardenti, tutto il circostante. L’Ulisse di Joyce è un’opera straordinaria perché l’apparente incalcolabile disordine della vita quotidiana viene presentato in tutta la sua ricchezza attraverso una struttura rigorosa. Mancasse quella, la vita prevarrebbe. Quando nasce, il bambino è onnipotente. Poi cresce, e si dimentica di esserlo. Ma è solo grazie a chi, crescendo, non si arrese all’evidenza di non poter volare, che oggi possiamo volare, pur se confinati all’interno di precise leggi fisiche il cui pregio maggiore è di averci limitati a tal punto da spronarci a realizzare lo stesso i desideri che tanto ci fa gola soddisfare.