Un’autrice che non manca certo d’autentica veracità è Biagina Danieli. Ma è solo seguendola con assiduità e seguendo la sua produzione aulica che si può interpretare questa “Carne” come una sincera espressione di sè stessa da non catalogare troppo frettolosamente tra la “poesia erotica”. Difatti, dei versi che state per andare a leggere, personalmente ho apprezzato la fluida e trasparente passionalità di pensiero, il ritagliare il senso di piacere dalla sua riottosa e ribollente anima per incollarlo, così com’è, sugli occhi dei lettori. Conoscendo virtualmente Biagina Danieli, non riesco ad intravedere malizia o ludibrio ma solo un umano, istintivo, sentire. Buona lettura.
Mi servirei a te sul vassoio d’argento.
Divorami di baci e carezze.
Pasto succulento d’amore e passione.
Materie prime di pelle e sudore.
Continuerò a darmi alla tua fame
con la mia carne tenera e burrosa.
E tu gustami ad occhi aperti.
Godi la mia sincerità perchè
ti donerò anche l’ultimo spasmo.
Io, seppur soffrendo di un forte timore reverenziale, sono terribilmente affascinato dalla femminilità. Oggi, su LeMieCose, ne abbiamo avute svariate nuances e, attraverso la poesia, sto imparando in un corso accelerato quello che non avevo mai nemmeno intuito delle donne e mi piace parecchio. Sì, va bene, sono un single irreversibile, ma posso spiegarmi asserendo che dopo i quarant’anni, di solito, si vedono i meglio i dettagli allontanando l’oggetto osservato dai propri occhi. Quindi non biasimatemi se allontano le persone, è solo una dinamica oftalmica. Forse. Fatto sta che l’inossidabile Biagina Danieli mi ha insegnato, con una dolce formula, un altro punto di vista, l’ennesimo particolare che mi fa avvicinare ulteriormente in senso empatico al mondo femminile, del quale la poetessa di Anzio è una fiera portabandiera ed abile narratrice. “Vai Al Contrario” è un anthem che che va letto, poi riletto, poi riletto, poi… (Filippo Fenara)
Se il mondo gira
tu Donna vai al contrario
come hai sempre fatto
generando Vita
con un atto di dolore
asciugando lacrime
col sorriso
sfiorendo bellezza
con ironia
Donna
se il mondo gira
tu vai al contrario
con una scrollata di spalle
con i capelli al vento
e l’anima gonfia di orgoglio
ubriaca d’amore
ti canto con voce stonata
mentre le tue mani
scivolano sul mio corpo
affamate di carne e desideri
e mangi di me
le voglie e i sogni
per lasciarmi sconfitta
sul letto sgualcito
illusa che duri
nel per sempre
che solo la passione
sa pronunciare con arroganza
Anzio 10 dicembre 2020
Insostituibile Biagina Danieli. Come già espresso nella monografia a lei dedicata, personalmente subisco in maniera decisa il fascino sospeso tra terra e cielo delle poesie di questa autrice (ma soprattutto Signora) che riesce a scavarmi nell’anima per estrarre solo il meglio della mia “grand reserve” di emozioni. Quanti umori bollenti, aritmie, flash immaginifici e corpi in preda alla passione e al conseguente senso di abbandono secerne “Ti Canto”. È un morso sul collo, una temporanea fuga nell’eterno dell’astratta carnalità, un rovistare sotto lo sterno di due amanti per stringerne tra le dita il cuore incessantemente pulsante. Quello che Biagina Danieli in coda al poema decifra come “lasciarmi sconfitta sul letto sgualcito” lo interpreto personalmente come il senso di “down” che sopraggiunge dopo aver raggiunto picchi di piacere sublime, una naturale sensazione che la poetessa di Anzio raffigura con pennellate letterarie di fervida corrente impressionista. (Filippo Fenara)
Lo sapete come fa il sugo
quello buono
quello della domenica
con carne cipolla e aromi?
Borbotta.
Eh si! Deve borbottare
dalla mattina presto,
quando tutti ancora dormono,
fino a mezzogiorno.
A fiamma bassissima
mi raccomando.
Girate spesso con cura, con grazia,
con il cucchiaio di legno sacro.
Siate premurosi e mai disattenti
è permaloso.
A fine cottura, per orgoglio
ma soprattutto per rispetto
prendete un tozzo di pane e
adagiatevi su un po’ di sugo.
Degustate ad acchi chiusi
come il primo bacio che
non si scorda mai!
Anzio 29 novembre 2020
Non mi sono certamente dimenticato dell’amica e penna talentuosa di Biagina Danieli anzi, a dire il vero è lei che si è ricordata di me: da bolognese, il borbottio incessante del ragù alla Domenica mattina con il cucchiaio di legno che lascia una piccola apertura tra coperchio e bordo del tegame in coccio, non è una masturbazione gastronomica, ma un immergermi nell’oceano del tempo, fino a quando da bambino, i miei compiti scolastici erano interrotti dalla richiesta di mia madre indaffarata in altre faccende: “Filippo, mescoli il ragù che adesso non posso venire?”, o durante l’adolescenza, quando passavo ore al telefono della SIP con le ragazzine e mia madre, preoccupata per la bolletta successiva, mi urlava “Filippo, vuoi mettere giù quel telefono che c’è da mescolare il ragu?”. Poi sono andato a vivere da solo e mia madre con un sesto senso telepatico, mi chiamava al cellulare mentre preparavo il ragù per avvertirmi “Filippo mescola, sennò s’attacca!”. Da Aprile di quest’anno mia mamma non c’è più ma, quando metto a sobbollire il ragù la sento dietro di me che, con nervosa premura, mi sussurra direttamente nell’anima di mescolare il ragù e, dai miei occhi, scendono dentro il tegame un paio di stille d’ingrediente segreto. Queste sono le conseguenze meravigliose di ogni singola poesia di Biagina Danieli, donna vera, poetessa rara, anima spessa. Non ho parlato di questa sua “Il Sugo Della Domenica”, credo non ce ne sia bisogno, vi comunico comunque che lunedì, giornata dall’anarchico palinsesto di LeMieCose, alle 12 pubblicherò una monografia su Biagina Danieli utilizzando le tante carte carbone che le ho meritatamente dedicato. Grazie di cuore Biagina. (Filippo Fenara)
OMAR
Un figlio di nessuno dormiva sotto il cielo, contando le stelle.
sazio di fame umana, beveva dai nasoni consunti.
la pioggia lavava le sue ferite e il freddo temprava il suo scheletro.
a ridosso della chiesa incrociava le gambe e i destini di altre, un sorriso era il prezzo di un bicchiere di vino.
lucida la sua mente e puro orgoglio il disquisire su dio e la vita.
ed era incanto il suo verbo, deciso e pacato, fiori nati per caso nel prato di chissà dove.
presenza possente di anni, nessuno sa quanti.
poi te ne sei andato e il vuoto ha impregnato il muro che ti sosteneva.
la tua ombra è ancora la.
qualcuno sostiene si muova nelle notti di luna piena.
di Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta“
Il veliero dell’oramai proverbiale gentilezza di Biagina Danieli, questa volta ci porta ad osservare, nascosti dietro le nostre vite blindate da presunti ed omologati agi – pagati a prezzo di libertà – l’esistenza da clochard di Omar, raccontata con una dolcezza emolliente ed allo stesso tempo esaustiva, quasi una favola che conduce ad una necessaria riflessione sul possedere e sull’essere posseduti, vera chiave di lettura di questa composizione. Lo stile espressivo mi ricorda il cantautorato italiano degli anni ’70, “Omar” potrebbe benissimo essere un testo di Lucio Dalla come di De Andrè e non lo dico con spirito comparativo o citazionale, ma con l’anima ancora vibrante dopo aver letto questo ricamo aulico di parole troppo rare per essere dimenticate. Infine non è da sottovalutare l’angolazione profondamente umana dalla quale Biagina Danieli ha deciso di affrontare un tema ritenuto dalla società come un problema da gestire e non come un intreccio di vite dalle quali trarre ispirazione. (Filippo Fenara)
l’insicurezza di vivere
di ogni pensiero un graffio che ferisce
perché il futuro è un deserto di calore
privazione di corpi, annientamento di anime
e l’abitudine farà il resto
con il potere della diffidenza
e la possanza dell’indifferenza
due lacrime non salveranno
il cielo secco di un mondo post virale
Anzio 3 novembre 2020
Un carattere del quale non si trova una stilla nella poesia di Biagina Danieli è l’ipocrisia. Ha sempre una lettura attenta delle situazioni e riesce a convertirle in splendide immagini, che siano celestiali o definitivamente drammatiche. Con le premesse che l’oggi ci offre, questa chicca propone il secondo caso dove “ogni pensiero è un graffio che ferisce” e “il futuro è […] annientamento d’anime” e dove l’abitudine, l’indifferenza e la diffidenza faranno il resto. Ma il vero colpo da maestra, Biagina ce lo offre nel finale, con la chiusa “due lacrime non salveranno il cielo secco di un mondo post virale”, proprio a voler scacciare le lacrime di coccodrillo di chi ha voluto o non si è mai battuto contro (inconsapevolmente o meno, ma non è un’attenuante) questa situazione ed ora ne piange le conseguenze devastanti. (Filippo Fenara)
Giuro, per fortuna sua, che non c’è una torbida liason tra me e Biagina Danieli, nessun contratto commerciale, non ci siamo mai incontrati, forse sì, c’è un ingenuo e istintivo scambio di gentilezze (tenete a mente questa parola, “gentilezza”), è soltanto che quando se ne esce con uno dei suoi sleghi (Skiantos docet), rimango sempre piacevolmente sgomento, alleggerito, nei miei paludosi meandri ritrovo la voglia di reagire, di scrivere, di empatizzare con il prossimo e non sapete quanti altri effetti curativi abbiano i suoi tetris di parole sulla mia mente obnubilata dagli stress. Sapete perchè? Perchè la poesia di Biagina Danieli è gentile. Ed ogni rivoluzione comincia sempre con un gesto gentile.
Rubo Una Stella
rubo una stella
al tuo cielo
ché mi faccia lumedistesa sull’antico comodino
in questa notte
di presenze e ripensamenti.Orione comprenderà
e si arrenderà
al mio bisogno sincero.e del mio viaggiare
tra neri interstizi
e pieghe di cartasarà leggera carezza
del mio andare incerto e pane e cura.BD
Anzio 10 giugno 2020
Seguite il suo blog “Parole e Basta“.
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Immagine scaricata dalla ragnatela.
“Parole e Basta“, il blog di Biagina Danieli, dovremmo cominciare a conoscerlo e, seguendone il flusso lirico, mi sono fortunatamente imbattuto in un’altra sua traccia degna di nota ovvero “Fragile Salvezza”. “Squisita delicatezza, adoro il tuo stile” è stato il mio commento immediato, perchè la Danieli è come un paio di occhiali che, una volta indossati, ti permettono di vedere il cuore invisibile delle cose, dei contesti, delle situazioni, perfino delle persone che pensavamo non ne avessero uno. Facciamo una cosa: stasera niente tisana e, prima di addormentarci, leggiamo qualche volta questo dolce ed ingenuamente fragile mantra.
Fragile Salvezza
cammino
scalza
cerco contatti
di terra e fango
appartenenze
autentiche
la nudità
di senso e parole
è la mia fragile salvezza
BD
Anzio 2 maggio 2020
CTRL-C / CTRL-V / CTRL-SOGNI D’ORO.
Non sono egocentrico, ho sempre preferito osservare il mondo dal fondo di un pozzo piuttosto che pavoneggiarmi sopra un piedistallo ma, per scrivere della mia esperienza con la poesia di Biagina Danieli, non posso evitare di fare un breve preambolo sugli ultimi mesi della mia vita, propedeutico all’apprendimento delle dinamiche empatiche che si muovono tra me e la poetessa di Anzio. Conosco la poesia di Biagina Danieli da poco dopo aver dato alla luce LeMieCose, due anni fa. Non ho mai avuto il piacere di incontrarla di persona ma è riuscita a far breccia nella mia anima con i suoi versi crudi, autentici, veraci, sia che scrivesse d’amore, sia che lo facesse per maledire un’umanità alla deriva morale che contempla solo lo svago e il lassismo. Bene, veniamo a me: nel 2020, dopo uno splendido viaggio attraverso l’Europa durato tutto il mese di Febbraio, al ritorno, oltre alla pandemia che ha causato il primo lockdown, mi sono successe una serie di disgrazie personali che non sto ad elencarvi, tant’è che il mio isolamento assoluto (con la sola nefasta compagnia di un dolore psicologico atroce) si è protratto fino ad Ottobre di quest’anno, quando mi sono ritrovato con un’esistenza completamente rasa al suolo. Tra le poche cose e persone che sono rimaste intatte dopo questo periodo che mi sto lasciando alle spalle con rinnovato entusiasmo, sicuramente ho voluto portare con me nella mia personale ricostruzione Biagina Danieli, che con la sua spontanea gentilezza e l’energia che scorre nella sua poesia, si è palesata come un angelo che, soprattutto durante gli ultimi mesi, mi ha salvato da crolli morali, psicologici e fisici che sembravano inevitabili, entrando direttamente nell’epicentro del mio vivere sismico ed accompagnandomi – solo un po’ malconcio – fino all’uscita dagli inferi. Questo è il potere sconfinato di una persona semplice, che non si ostenta, che ti stringe in abbracci di parole pur essendo a centinaia di chilometri di distanza, che scrive poesie per rendere il mondo un posto migliore e non per sfilare sui social con boriosa vanità. Io ne sono fortunato testimone e non credo che potrò mai esserle abbastanza riconoscente per ripagarla karmicamente di ciò che ha rappresentato e tuttora rappresenta per me.
Su Biagina Danieli ho stilato numerose e meritate carte carbone, oggi ripubblicherò lungo la giornata quelle che hanno avuto per me un significato particolare, ma se visitate il suo essenziale blog “Biagina Danieli – Parole e Basta” – https://biadoit.wordpress.com/ avrete l’opportunità di toccare con mano un vero e proprio miracolo aulico. Non mi resta che ringraziare Biagina Danieli ancora una volta ed indicarvi di seguito il palinsesto di questa giornata a lei dedicata:
Ore 13:00 – “Fragile Salvezza“
Ore 16:00 – “Rubo Una Stella“
Ore 17:30 – “L’abitudine Farà Il Resto“
Ore 19:00 – “Omar“
Ore 21:00 – “Il Sugo Della Domenica“
Ho volutamente evitato un’analisi tecnica di Biagina Danieli innanzi tutto perchè non credo di averne le appropriate competenze e, in secondo luogo, perchè i lati umano, morale ed empatico della poetessa sono, a mio parere, i caratteri induttivi della sua opera. (Filippo Fenara)
Rivoluzione
in rima
baciata o incerta
senza fretta
il campo di battaglia
un foglio bianco
da imbrattare
con i pensieri
è permesso
cancellare
tornare indietro
perfino ricominciare
anche amare
perdonare
e nei verbi all’infinito
trova spazio il dire
senza velleità
di grandezze o altezze
sfodero l’arma
più potente
la punta di una biro
cinquanta centesimi
di parole come bombe
di una guerra chirurgica
che incide i luoghi comuni
e l’inchiostro come sangue
fluisce dal circolo vizioso
del can che dorme non abbaia
io invece sono sveglia
e mordo con le parole
come coloro che scrivono
e resistono.
Biagina Danieli è stupefacente perchè con il suo livello tecnico riesce a narrare, attraverso la poesia, una gamma incredibile di contenuti pur mantenendo salda la sua coerenza e dignità artistica. Credo come lei che la “penna” sia un’arma potentissima, in grado di far crollare dittature, di riequilibrare la bilancia della giustizia umana, di convertire anime, di guidare rivoluzioni dove lo status quo è diventato inaccettabile. Purtroppo però, nel mio vagare in rete, devo constatare che molti mollicci scrittoruncoli hanno, come unico obbiettivo, l’accumulo di approvazioni, lo sciupìo di carta per sillogi rigonfie di vuoto, la fama e, soprattutto, il moni. Tutto questo scendendo a compromessi disgustosi con l’editoria, perdendo dignità nei contenuti e dimostrando ignavia e cinica indifferenza verso un’umanità che sta attraversando un periodo difficile e importante, dove l’ardire e l’ardore di chi ha talento poetico o narrativo fungerebbero da fermo appiglio per le tante persone alla deriva, tartassate dai servili flauti incantatori dei media di massa, che intimano la conservazione dell’ormai putrido sistema capitalistico. Biagina no, non s’arrende, resiste e forgia versi pertinenti bombardando il buio che ci circonda, ara questo campo di morte e sofferenza per poi seminare amore e speranza, il tutto dando un senso alla sua e alle nostre vite. Biagina è tra quelle poche persone dotate di un talento straordinario messo a disposizione del prossimo e io mi schiero al suo fianco in quest’infuocata rivendicazione morale. (Filippo Fenara)
tutto va verso avanti
obbligatoriamente in avanti
allora certe volte mi siedo
a guardare meravigliata
il mondo che va avanti Continua a leggere
Ogni anima in pena,
Ogni sorriso sfiorito,
Ogni carezza repressa,
Ogni abbraccio mancato,
Ogni amore morto,
Ogni tramonto rimandato,
sposta l’ago della bilancia
verso il quadrante negativo
della regione assiale
remota, dove Vita si rimesta alla poltiglia
funesta, rete molecolare
che disegna la richiesta
dolorosa di felicità
che non esiste
se non nel primo pianto
di un bambino che viene al mondo
Biagina Danieli è tornata. Per darci una delle sue carezze, una speranza nel “tutto è perduto”, un abbraccio universale. “L’ago della bilancia” spiega con matematica precisione quali sono le cose che spostano il sentore emotivo delle persone verso il “quadrante negativo della regione assiale”, per poi ridestarci con una “dolorosa richiesta di felicità” che non esiste se non “nel primo pianto di un bambino”. Questa volta non sono completamente d’accordo con la poetessa di Anzio – pur ritenendo questa un’eccelsa poesia – personalmente appartengo alla “categoria illusi” e credo che, nel non aspettarsi niente, nelle piccole cose e nel non abituarsi al bello risiedano i segreti per una sobria felicità terrena. (Filippo Fenara)
ODE AL BALLETTO FOTOCOPIA
tocca sorbirceli
come un sorbetto all’acido muriatico
mentre ocheggiano di blateranti non sensi
e proseliti manco fosse il venerdì santo
tutti in processione si muovono all’unisono
senza motivo senza un tratto distintivo
e nei loro vestiti griffati di Niente
trovano casa e protezione
normalità diversa dicesi
essere una copia di una copia
che di originale ha solo il falso originario
ebbene è la moda basculante
del balletto fotocopia
dove nessuno è diverso
e nessuno uguale
tristi destini piegati a carponi
davanti alla maestà del like
di Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta“
Sono stanco di lamentarmi inutilmente sui social. Sono stanco di dissimulare il malvivere imposto dalle elite di boss dalle larvate parvenze di mafiosi pon pon. Sono stanco di accettare regole e diktat assurdi che mirano a mantenere uno status quo dal quale trae vantaggio solo un manipolo di fasulli siliconati. Sono stanco di essere discriminato perchè non discrimino, sono stanco di scrivere parole dolci come sputare sulla propria casa che sta andando a fuoco, sono stanco di essere additato come disobbediente dai feetlickers e pajaz svenduti vari ed eventuali. È il momento di ricompattare la difesa e contrattaccare, godersi il sole che splende fuori dagli schemi della retorica classista, è il momento, per i poeti e gli scrittori veri, di “parlare fuori dai denti”, ovvero di divincolarsi dalle tentazioni dei “likes” per riconquistare ciò che spetta agli uomini e donne di grande cuore e buona volontà. Biagina Danieli, che ormai conosciamo come una penna delicata e sensibile, in questa “Ode Al Balletto Fotocopia” non le manda certo a dire, prende in contropiede i lettori con una disamina chirugica del goffo vivere Rank Xerox che straborda nelle strade, negli schermi di televisori, laptop e telefoni, denuncia uno status pandemico di demenza sociale, irrora d’orina lirica i “blateranti non sensi” che “ocheggiano”. Non so quanti likes porterà a casa Biagina con questa sua sferzata, sicuramente ne uscirà rafforzata come spessore morale e rispetto ricevuto da chi ha finalmente capito che è giunto il momento di restare uniti e reagire. (Filippo Fenara)
UOMO MORTO CHE VIVE
è un uomo che non capisce
che di noia muore
che di ossessioni vive
annienta esistenze
uccide vite
perché la morte
ce l’ha dentro
ossigena di dolore il sangue
respira odio e lo nutreè un uomo cresciuto nel deserto
sotto il sole assassino
strisciando nella sabbia
nessuno l’ha salvato
ha vissuto da solo la sua essenza
respirando polvere
senza acqua ne ombra
amore disconosciuto
la sua fame di potenzae non esiste redenzione
e non esiste salvezzaper l’uomo morto che vive
di Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta”
L’efferato omicidio di Willy Monteiro Duarte ha scosso pesantemente l’opinione pubblica non tanto per la violenza messa in atto, quanto per la domanda che tutti ci poniamo: “perchè un ragazzo così giovane deve morire in questo modo?”. Io, con il mio cuore di Boemia, ho sentito subito la necessità di liberarmi e l’ho fatto con lo scritto “Willy“, Biagina Danieli, altrettanto sensibile, è andata ancora più a fondo nel cercare la sorgente di tanto futile male e, a mio parere, è riuscita a dare una risposta precisa e oniricamente ineccepibile a questo straziante quesito con questa “Uomo Morto Che Vive”. “Perchè la morte ce l’ha dentro” è solo la punta dell’iceberg, ma Biagina va ancora più a fondo trovando “nell’amore disconosciuto” e nella “fame di potenza” due moventi oggettivi per questo omicidio. Non contenta, Biagina va a sondare i fondali dell’animo umano nel passo “è un uomo cresciuto nel deserto, sotto il sole assassino, strisciando nella sabbia, nessuno l’ha salvato” ed arriva a conclusione certa: la mancanza di amore genera odio in progressione geometrica ed è per questo che viviamo in un mondo autodistruttivo e dominato dal piacere effimero dell’odio. Riposa In Pace Willy. (Filippo Fenara)
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LA NOTTE EVAPORA
la notte evapora nel fumo di una sigaretta
e nella successiva ancora
bruciano anche peccati e omissioni, semplici ossessioni
di un tempo che fluttua ad altezze vertiginose
mentre noi, maledetti all’origine,
affondiamo nelle sabbie mobili
di aspettative disattese e false icone
mitologie sozze e volgari
di un’epoca che muore
nel travaglio feroce di vite senza vitaBD
Anzio 15 settembre 2020
di Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta“
Biagina Danieli dovremmo ormai conoscerla a menadito, tante sono le carte carbone che si è meritata attraverso il suo crescente livello aulico con il quale strapazza le nostre anime. Lei passa dal sesso all’amicizia ad ambientazioni bucoliche o metropolitane con una semplicità imbarazzante, ti veste delle sue immagini inconsuete, ti sprofonda in giornate umbratili ma sa anche farti baciare il sole senza che ti bruci le labbra. Il contenuto di questa carta carbone non ha nulla a che fare con euforie e gaiezze inadeguate, ma non la trovo nemmeno pessimista o triste. È pura cronaca di tante notti spese a spegnere sigarette (ovviamente il discorso è valido per noi fumatori, ma la metafora è universale) mentre si assiste impassibili e impotenti alla deriva del mondo e al suicidio dell’umanità. Realismo e anche un po’ di sana fotografia, questa “La Notte Evapora” è un clic che immortala lo status di tante persone preoccupate dall’incertezza del futuro, un’inquadratura di un posacenere colmo di giustificati pensieri, rabbia repressa e frustrazione. Una poesia che ci fa scoprire una Biagina Danieli anche eccellente fotografa. (Filippo Fenara)
UMILMENTE HUMUS
che ce la faccio da sola
che mi basto
so usare le mani
accendo il cervello
e il mio cuore batte
battiti puliti
cerco ossigeno
in alta quota
dove l’aria rarefatta
fa girare la testa
per le cose giuste
panorami sereni
di gorgoglianti torrenti gelidi
di alberi che toccano il cielo
dell’erba sotto ai miei piedi
ed io che mi perdo e disperdo
come natura
vera e sincera
mossa da cicli circadiani
fuori dai circhi e girotondi
da esposizioni di masse
in posizione eretta
sovraccaricate di senso
che non possiedono
ma che cercano
disperatamente
nel bitume e nel cemento
ed io mi faccio
umilmente
humus
feconda terra
per i miei girasolidi Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta“
Anzio 11 agosto 2020
La natura gentile di Biagina Danieli risiede nella natura e la natura stessa, di per suo, sedimenta nell’anima infinita di Biagina. Si deduce dai versi cartacarbonati di “Umilmente Humus” che la sua sincronia balistica con i cicli biologici dell’universo è perfettamente coincidente, la sua fusione con la Madre è avvenuta nel più amorevole dei modi e lei ce ne offre i succosi e succulenti frutti sotto forma di poesia fresca e limpida come sorgente di montagna. Il finale, nel quale la poetessa si tramuta metaforicamente in humus per i suoi girasoli, la dice lunga sulla risma di sentimenti che Biagina Danieli serba nel suo cuore.
Vista la prolifica produzione di alta fattura dell’autrice, vi linko anche le sue autoriflessive “Quelle Come Me“, “Come Neve” e l’ultima automotivazionale ironica (…e ispirata da una mia freddura su Facebook) “Come Un Bignè alla Crema“, tre piccoli capolavori per estranearci con levità dal pensiero uniformato. (Filippo Fenara)
CORPI
ma quanti corpi
mal celati sudati
oli creme unguenti
ma quanti involucri
senza sussulti di vita
carnai ad alta densità molecolare
e dentro orizzonti vuoti
BD
Latina beach 25 luglio 2020
Riesce sempe a stupirmi. Questa Biagina Danieli (blog “Parole e Basta“) in formato “balneare”, mette da parte un attimo la sua proverbiale gentilezza per mostrare il “carnaio” della spiaggia di Latina e lo fa con un misto di ironia, disgusto e disappunto per i clichè da bagnanti estivi. Biagina fa sognare, Biagina commuove, Biagina fa riflettere, Biagina ora sa fare anche ridere con una centratezza da killer lirico. Ho esaurito gli aggettivi, ma so che Biagina mi farà trovare dei neologismi per ringraziarla di quello che scrive. (Filippo Fenara)
COME UNA STATUA
Come una statua
immobile e zitto
l’io ti muore dentro.Non hai porte ne finestre
non uno spiraglio di luce
che rischiari la lunga notte dell’alzheimer.
Le tue mani curve nodose ferme
i tuoi passi corti e incerti
la tua schiena d’asino.
Il tuo pianto
il tuo dolore
tu solitario.
Sei il tutto
Sei il niente
Chi sei!
Ti guardo e sei i miei ricordi
Ti guardo e sei il seme della mia vita
Alla tua irrevocabile solitudine
contrappongo la consapevolezza
l’amore
So chi sei
per noi
per me.
di Biagina Danieli dal blog “Parole e Basta“
Ieri ho pubblicato “Alzheimer” dell’eccelso Felice Serino e, nella discussione con altri autori su questa straziante e inconcepibile infermità, sono venuto a conoscenza di un’impronta lasciata da Biagina Danieli che tratta – ovviamente dall’angolazione percettiva dell’autrice – dello stesso argomento, per cui ho pensato di proporla oggi con la finalità di contributo alla sensibilizzazione su una malattia che colpisce in Italia più di 500.000 persone, ferendo e mettendo in condizione di disagio psicologico anche amici e congiunti delle vittime di questo stillicidio della memoria. Proprio in questo esatto periodo storico dove parrebbe esistere solo la pandemia di Covid-19, posso assicurare – anche per esperienza personale – che si continua a morire o si viene menomati da altre patologie che sono, spero momentaneamente, messe da parte dal pensiero comune. Questo palinsesto mediatico della sofferenza non fa altro che deresponsabilizzare la collettività dalla necessità di continuare a contribuire – e non voglia essere un’accezione venale – alla ricerca di cure o quantomeno palliativi che possano alleviare i sintomi di tali infermità. Intendo la poesia come un lenitivo dell’anima e sia Felice che Biagina ne sono maestri profusori che hanno, in questo modo, dato il loro inestimabile contributo a questa causa dimenticata, come se la memoria sociale fosse stata corrosa dal morbo di…Alzheimer. (Filippo Fenara)
POLVERE DI POLLINE
nelle notti di luna morta
in cui niente è vero
e il vento sussurra canti d’amore
rose bianche senza spine
dal cielo cadono come neve.
con occhi impuri sbircio da una finestra
e del candore mi nutro
per farmi trasparente all’amore
e immune al dolore.
si, nevica petali il mio cielo
e nella bellezza assoluta mi disperdo
come polvere di polline feconda
BD
Anzio 4 luglio 2020
Se fossero tutti come Biagina Danieli, lascerei tutte le porte aperte, quelle di casa, quelle della percezione e, nell’accezione più innocente, anche quelle del cuore. Come non fidarsi di una persona il cui cielo nevica petali? Come non seguire i passi di un’anima che si disperde nella bellezza assoluta come polvere di polline feconda? Com’è possibile ritrarsi di fronte ad una creatura il cui fine è nutrirsi di candore per farsi trasparente all’amore? Le parole della sua “Polvere Di Polline” sono piume con il peso specifico dell’osmio, spostano il fronte della sua “rivolta gentile” molto più avanti e riconquistano terreno alla retorica emotiva. Il titolo del suo blog “Parole e Basta” parrebbe quasi mettere un limite, in verità Biagina, quando nuota immersa nelle parole, ci trasponde un universo – parafrasando Franco Battiato – senza centro nè principio.
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Il gradito ritorno di Biagina Danieli e della sua “gentilezza” parrebbero far diventare “Le Mie Cose” una succursale del suo blog “Parole e Basta” e, se così fosse, ne sarei ben lieto. Perchè la scrittura di Biagina sa sempre stupirmi, ad ogni pubblicazione regala emozioni mai scontate e comunque radunate dal denominatore comune della delicatezza, qualunque sia l’argomento che va a trattare. Di seguito “Un Gioco Maledetto”, elegia che esplode con un finale indimenticabile a dispetto del titolo che sembra presagio di cieli densi di grigie nubi. Godètevela.
Un Gioco Maledetto
È un gioco maledetto
di silenzio e parole.
Nel silenzio parlo
e nello sproloquio svuoto.
Oscillo e non mi fermo.
L’entropia mi coglie
bambina sul piano inclinato
della vita, scivolo lenta.
Rido e mi diverto,
senza dolori senza ragioni.
Mi inzuppo di liquidi umani.
Il traguardo
un gelato panna e cioccolato
da gustare per l’eternità.
BD
Anzio 26 giugno 2020
CTRL-C / CTRL-V / CTRL-P anna e cioccolato
Tanta è la mia stima – e riconoscenza – per le parole che dispensa con cadenza regolare Biagina Danieli, che oramai la Poetessa di Anzio è diventata ospite fissa di questa rubrica con la quale cerco di diffondere ai seguaci di “Le Mie Cose” stralci di bellezza biodinamica ed aulica. Il fidbec è un assoluto ed insindacabile gradimento (anche sui social nei quali condivido questi articoli e sui quali rappresentare la profondità può sembrare un gesto azzardato…) per cui la soddisfazione è doppia: prima cospargo i miei momenti delle sue parole traendone immenso beneficio, poi mi prendo meriti (in realtà non miei…) per aver cernito queste perle. È un po’ come andare a funghi, se conosci la “bollata” non torni mai con il cesto vuoto e “Parole e Basta” è una bollata infinita. A voi un altra gemma, “Dedicata a Me”.
Dedicata a Me
Incantami
Con le vibrazioni melliflue
Della voce,
Impronta e
Vertigine
Del vivere.
Dispiega
Nell’incontro
La potenza!
Esplodi fragrorosa
Nel do di petto!
Fammi navigare
In mare di tempesta,
Travolgimi!
Perché del tempo,
Che viaggia come luce,
L’unica salvezza
È cantare
D’amore e passione.
BD
Anzio 7 giugno 2020
CTRL-C / CTRL-V/ CTRL-Me
Immagine scaricata dalla ragnatela.
Poche parole per introdurre l’ultima traccia di Biagina Danieli, tratta dal blog “Parole e basta”, dal titolo evocativo “D’ingenua Solitudine”. Con una manciata di lemmi, l’autrice racconta due diverse sfaccettature della solitudine, quella di “furia alata” che “brucia e incenerisce” alla “creatura bianca” che dallo “zolfo rinasce”. Un bon bon della sintesi poetica tutto da gustare.
D’ingenua solitudine
trapasso anime
di corpo in corpo
furia alata
di un destino decadente
che brucia e incenerisce
nell’inquietudine di vivere
e dallo zolfo rinasce
creatura bianca
d’ingenua solitudine
BD
Anzio 29 maggio 2020
A presto per un nuovo CTRL-C / CTRL-V.
Nè cassa, nè sesso, nè droghe o medicine. Nemmeno l’illusione di dover conquistare il paradiso. Nella vita il pareggio non serve. L’unico appiglio paradossalmente sensato è colloquiare con il mare, come fosse uno dei migliori amici, questo è quello che sposta. Ma lo puoi fare solo spogliando la tua anima di tutte le sovrastrutture fittizie che oscurano la forza imprescindibile dell’ingenuità, come è riuscita Biagina Danieli in questi versi.
A Domani
Vento di scirocco
e caldo umido
un’afa che stordisce.
Sudo.
Respiro e mi affanno.
Ascolto il mare che agita
e la sua voce mi fa compagnia.
Parliamo dell’oggi e del domani,
come vecchi amici
senza scrupoli e menzogne.
Alla fine ci salutiamo,
a domani.
BD
Anzio 16 maggio 2020
Oltre a collegarvi qui al blog di Biagina Danieli, spero abbiate compreso che spesso, nella più completa solitudine, ci si rende conto di quali e quanti amici di sangue abbiamo tutt’intorno.