Coincidenze: nel Novembre del ’97 ero seduto ad un tavolo di un ristoro a Fort Dauphin, nel sud del Madagascar e un simpatico cagnolino stazionava sotto il mio tavolo in attesa di qualche scarto da addentare. In quel momento maturai lo stesso identico pensiero espresso in questa asciutta e lineare poesia di Raffaella Lazzarato e, quando il caso ha voluto che i miei occhi l’incrociassero sul suo profilo Instagram (23 anni dopo…), ho avuto un forte deja vu, una vertigine che solo i meravigliosi e misteriosi rompicapi dell’esistenza riescono a scaturire. Ho capito che volevo approfondire e ho scandagliato le parole chiare e significative dei suoi versi e l’emotività che si propaga dai suoi ispirati clic ed ora è graditissima ospite delle carte carbone di Le Mie Cose. Per il momento vi consiglio di tuffarvi come avventurieri dell’anima tra i mosaici del suo account e del relativo blog, ancora è troppo presto per dirvi cos’è, ma posso assicurarvi che nella comunicazione di quest’autrice e fotografa risiede qualcosa di unicamente speciale. Spero che attraverso il suo consenso, avremo modo di cogliere i frutti della creatività di Raffaella Lazzarato attraverso una collaborativa conoscenza reciproca. (Filippo Fenara)
BRICIOLE
In ginocchio sotto al tavolo
attendi paziente che una mano padrona
ti conceda le sue briciole.
Testa bassa,
occhi socchiusi,
mano tesa pronta ad accogliere.
Com’è successo?
Quand’è successo?
Che hai smesso
di essere te per ritrovarti
qualcuno che non riconosci.
Che hai smesso
di sentirti forte,
una,
completa.
Per ritrovarti
a elemosinare attenzioni
da chi ti tocca
con mani estranee.
Com’è successo?
Quand’è successo?
Che senti freddo,
ma non sai più scaldarti.
Che senti rabbia,
ma non sai più sfogarti.
Che resti in ginocchio,
e attendi paziente,
briciole che sai
non potranno saziarti.