Inaspettato questo malinconico risvolto riflessivo di Claudio Picchedda, solitamente avvezzo ad estrovertere i propri sentimenti e stati d’animo piuttosto che pubblicare stesure più intimistiche ed autoreferenziali. Ho cernito questa sua “La Sofferenza” perchè ne ho avvertito un “fondo” soul blues che mi ha affascinato e convogliato sui binari del suo treno narrativo che conduce comunque ad una chiusa che esplode “nella libertà dello spirito”, quasi un voler insorgere contro il fisiologico “dolore della conoscenza”, un contrapporre l’anima alla mente, alla ricerca di una via di fuga dai pensieri che obnubilano la quotidianità di tutti. Non c’è che dire, ho stilato varie Carte Carbone di Claudio Picchedda che, pur avendo una “strada maestra” da percorrere poeticamente, non manca di stupire con queste leggere deviazioni stilistiche dalle quali si evincono versatilità e capacità tecniche notevoli. (Filippo Fenara)