Personalmente ho un debole per la fotografia impulsiva di La Fleur (ospite della rubrica Foto Sintesi che potrete trovare QUI) e mi viene da pensare lo covi anche l’eccelsa Elisa Giusto, la quale si è ispirata proprio ad un’immagine dell’artista piemontese per delineare una discesa poetica talmente ripida nell’esposizione da togliere il fiato e lasciare un graffito indelebile sul fianco dei treni che passano nelle vite degli innamorati. In questo vortice lessicale però, i passeggeri decidono di non salire sul vagone che li avrebbe convogliati verso una destinazione comune e il risultato di questa favola senza lieto fine ma assolutamente possibile è quello proprio di due foglie a forma di cuore che si seccano sotto un sole impietoso. Mi hanno fatto riflettere molto i versi centrali del poema “potrei avvicinarmi ma per difesa di anima fraintesa nei versi amo celarmi”, quindi espressione inversa, nascondiglio invece di disvelamento, implosione al posto di propagazione del sè. Un comportamento dai tratti prettamente femminili (ma non solo) che si sdoppia in due interpretazioni (nelle quali il possibile partner di solito sceglie quella sbagliata…), la prima è una sorta di recesso induttivo, ovvero che mira ad essere inseguito nella tana emotiva per “giocarsi la partita” in un territorio conosciuto e congeniale al soggetto scrivente. La seconda combacia con le parole vergate, ovvero si rinuncia veramente all’idillio proprio per paura di essere fraintesi e anche questo succede frequentemente nell’incontro tra soggetti che si attraggono e finiscono “a terra, stremati” con “la forma di chi ha saputo amare”. La Fleur e Elisa Giusto, un connubio struggente. Statemi in luce. (Filippo Fenara)