Un veloce commento su Luna: oltre al suo spin off onirico vi assicuro che il tronco è una persona tetragona e molto intelligente. Insomma, la tipica donna che mi scarta a priori. Evabbè. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
Un veloce commento su Luna: oltre al suo spin off onirico vi assicuro che il tronco è una persona tetragona e molto intelligente. Insomma, la tipica donna che mi scarta a priori. Evabbè. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
La #glottopoesia è un gioco letterario ideato dalla brava poetessa Veronica Phoenyx Annunziata aka @phoenisia nella quale invitava vari autori di Instagram a comporre una poesia (ovviamente sensata) utilizzando termini “difficili”, usati raramente, oppure, addirittura, in completo disuso. Dopo la pubblicazione della #glottopoesia dallo sfondo naturalistico di Claudio Picchedda aka @cpbacco di ieri, “Iceberg“, questa sera (…è già passato un anno, come vola il tempo!) ho la gioia di riabbracciare con premura il mondo onirico isoscele (intendo fatto di geometriche diversità d’angolazione) di Luna, con questa sua “Quello Che Conviene”. Avete presente quando si scorre un’infinita timeline poi, ad un tratto, ci si ferma e si dice “aspetta, aspetta…”: ecco, con questa #glottopoesia di @anima__inversi_ mi è successo proprio così, il mio subconscio mi ha suggerito giusto, soffermandosi qualche micron sui versi ispirati di questa composizione. La selva dialettica è lussureggiante, il ritmo è lento ma elegante, il contenuto sprizza sfacciata sincerità e femminilità a strascico. Vi lascio alla lettura di questa bomboniera d’inaudita aulicità ricordandovi, ai fini statistici, che tra le #glottopoesie ne ho scelte due da ribloggare che utilizzano la parola “balaustrata”. Mah…roba da complottisti!!! (Filippo Fenara)
Bentornata timida Luna. Che detta così sembra il titolo di uno swing degli anni ’50 di Nicola Arigliano. Dopo le apprezzate carte carbone di “Essermi” e “Estranea a Me Stessa“, continua l’introspezione dettagliata di questa giovane autrice che, in questa “Mosaici” ostenta distacco verso sè stessa per celare la pungente preoccupazione di non essere stata all’altezza di ciò che si era ripromessa, dipingendo un fermo immagine della sua anima sensibile, in quel preciso momento di tentennamento. Io obbietto. Obbietto con ferma convinzione che una persona capace di partorire versi illuminati ed illuminanti come “spezzare il declino”, “illudere la curva, tirandola…”, “mi scindo in ammassi di me” e, soprattutto “mosaici di cui nessuno osa il tutto” non sia stata all’altezza delle proprie aspettative: il percorso labirintico in cui rimane intrappolata la logica di Luna in questo autoscatto in bianco e nero è costituito dallo sgorgare immagini astratte dalla sua infinita anima e rileggersi secondo gli schemi di pensiero della mente che, per loro natura, hanno dei limiti ben precisi. Quindi quei soavemente timidi versi finali “Volevo solo sorgere in vicoli nuovi / mosaici di cui nessuno osa il tutto” sono l’esatta cronaca di ciò che invece sta effettivamente succedendo in contemporanea: Luna, scrivendo, calca i “vicoli nuovi” della sua interiorità sconfinata, ed è “infinitesimo infinito” (Cit. Lyth Karu) che si fonde in un tutto quantico, perchè la poesia è un’interpretazione del tutto, perchè l’arte, come minimo, è tutto. Concludo trovando la definizione di “psicoflusso” per lo stile singolare di questa autrice avanguardista e m’accoccolo sul divano ad ascoltare “Blue Moon” del buon Nicola Arigliano. (Filippo Fenara)
Prosegue il mio viaggio negli abissi dei poeti emergenti su Instagram, questa volta sono stato calamitato da Luna del profilo @anima__inversi_, una giovane autrice che si distacca dall’anemica convenzionalità compositiva per la sua scrittura lineare, geometrica, rigorosa, razionale. Probabilmente il suo stile ha profonde radici nella filosofia, non fa passione ma genera assiomi, sperimenta, si decontestualizza per astrarsi in versi tetragoni sospinti da sentori quasi matematici. Ne è limpido modello questa sua traccia dove ipotizza un’esperienza extracorporea, si analizza dall’esterno di sè e lo fa con termini netti, limpidi, trasparenti, ai limiti del tecnico, pone assonanze chirurgiche, rime disciplinate, il tutto fuso in un contenuto dal peso specifico aulico di livello. Come tutte le altre carte carbone stilate sugli autori/autrici di Instagram, auspico per Luna un divenire roseo – vista la particolarità del suo stile espressivo – e mi auguro che LeMieCose possa accompagnarla ancora un po’ nel suo percorso creativo. (Filippo Fenara)
Dopo aver cartacarbonato con un ottimo successo di visualizzazioni, likes e commenti la sua geometrica “Estranea a Me Stessa” ritorno a scrivere di Luna aka @anima__inversi_ per questa sua ultima traccia dal titolo “Essermi”, un componimento sempre dettato da una fine e tagliente introspezione, ammantato dal gelido candore della neve che, allo stesso tempo, è simbolo d’infecondità ma anche di protezione del fiore che, in una ciclicamente inevitabile, futura primavera, avrà modo di dischiudersi e riprodursi. Questa poesia ha un forte valore semiotico nello “stelo” precedentemente “spezzato” ma la chiusa s’accende in un barlume di significante di speranza nella sonorità dei versi come “che sai essermi appiglio nel vento” e “fiore strappato all’inverno”. Luna è una scrittrice ermetica, sospesa nel punto interrogativo del sè, dal grande talento di trasporre le sue emozioni con metafore filosofiche, in questo caso, pregne di dolore e dolcezza avvinghiati in un leggero balletto di parole. (Filippo Fenara)