PANICO
Una tenaglia gutturale
Sbrandella i respiri
Stramazzano i pensieri
Alla soglia
Nei polsi rapide,
Il presagio micidiale
Schizza inanellandosi
Su per la colonna
Al nulla primordiale.
Le voci fuori campo
Mi danno per spacciata
Ed io, senza muscoli,
Le assecondo.
Così ogni volta
Era la mia fine,
Così alla fine,
È stato l’inizio.
© Alessandra M. dall’account Instagram @senzavoce.it
Grazie ad un’altruista e collettivista “spoilerata” di Francesca @inosservatapasso Masi, mi sono messo a scorrere l’account di Alessandra M. aka @senzavoce.it dovendo riconoscerne il valore come autrice e creativa. Se questa rubrica si chiama “carta carbone”, lo scrivere di Alessandra mi piace definirlo “carta velina”, in quanto è labile il confine tra i suoi bioritmi e le parole che traccia. Lampante esempio ne è questa “Panico”, che mette in primo piano la musicalità dei versi succinti ed il ritmo tribale forsennato delle metriche, il tutto risulta come una scarica elettrica che trasmette nervosamente nel lettore lo stato d’animo della giovane scrittrice, non ci sono troppi filtri nè sovrastrutture, il tutto è diretto, palpabile, impossibile da non percepire. Questo è lo stile di Alessandra, dotata del talento di trasformare sentimenti in architetture liriche tangibili, concrete, solide e scrivo questo dopo aver letto attentamente parecchie sue composizioni accomunate da questa straordinaria caratteristica (vi consiglio vivamente di visitare il suo profilo Instagram), metaforicamente, Alessandra, è una stampante 3D che riesce a dare forma agli stati d’animo, qualità che solo pochi creativi posseggono. (Filippo Fenara)