BOLLE
Nel ventre della fabbrica
il direttore con la bella giacca
non sente l’odore dell’olio
non vede la pelle che si spezza
non tocca il tetano sul filo del bareno.
Sta nella sua bolla d’oro
e conosce soltanto
il valore del fatturato.
***
Stiamo in una bolla grigia
a inalare metri cubi di merda
al contrario del porco che in giacca e cravatta
sta seduto dietro alla scrivania
al fresco del suo ufficio.
I torni che restano fermi
ci concedono un po’ di ossigeno
e sembrano carcasse di plastica e metallo:
nessuna luce di azionamento
nessuna anima oledinamica.
Passa una sirena
la sentiamo appena tra il frastuono dei diavoli.
Ognuno le gira la sua preghiera.
di Matteo “Roskaccio” Rusconi dal blog “Parole e Carriole”
La realtà cruda della fabbrica raccontata col pathos di chi la vive e ha un caricatore pieno di parole per dare rilievo all’ampiezza della forbice tra direzione ed operai, oramai divaricata all’estremo: questi non può essere che Matteo Rusconi operaio e poeta nel tempo libero, che con il suo stile fatto di dettagli tecnici in contrasto con pensieri aulici ci accompagna all’interno della sua fabbrica, nei reparti di produzione, dove il direttore passa e osserva con aria di sufficienza fregiandosi della sua giacca e cravatta, sostenuto dai leccapiedi e silenziosamente odiato da chi è costretto, ogni giorno, ad inalare “metri cubi di merda” mentre i managers si fregano le mani pensando al fatturato e alla speculazione umana e finanziaria. Una situazione che si ripropone in centinaia di fabbriche sparse per il mondo, raccontata con stile dall’interno da Matteo che non sfrutta il suo talento per sfuggire a questo contesto bensì, molto più nobilmente, per esserne cronista, portarlo alla luce, combatterlo perchè il domani sia un tempo migliore che non debba dividerci in vittime e carnefici. (Filippo Fenara)