ACINI PIENI
Diafani sorsi di luce
versi quasi nell’aria
forme ai pensieri
acini pieni
esplosioni sulla lingua
che non serve l’accumulo
se una sinusoide di versi in endovena
si aprono
linee a direzioni d’uccelli
fughe d’occhi in morbide sabbie
l’arte sta nelle segrete di una vita
e piano uccide
e plasma miscele di te nell’aria.
6-11-20
di Nadia Alberici dal blog “Sibillla5“
È sera tardi e devo scrivere di Nadia Alberici. Meglio che mi faccia un caffè, mi accenda l’ennesima e metta su un concerto di Keith Jarrett, il contesto lo richiede. Non è facile scrivere delle sue poesie senza inciampare nel rischio di scalfirne la fine perfezione, senza appesantirne la lieve ricercatezza, senza smarrirsi nella nodalità dei mille sensi che emana, senza sbagliare. Il “tutto” che modella con mani sapienti stasera m’intimorisce, vorrei lasciarmi cadere per renderne ancora più palese l’altezza, ma non servirebbe, il suo suscitare ti raggiunge ovunque e t’accarezza, ti consola, ti purifica. Così rimango bloccato nel rileggere i versi di “Acini Pieni” come arcane formule magiche capaci di generare vuoti d’aria emozionali, algoritmi che “plasmano miscele” di me “nell’aria”, tossico di “sinusoidi di versi in endovena”, tramortito da tanta gentile armonia. Me ne accendo un’altra e rileggo la poesia mentre il pianoforte di Keith continua a suonare… (Filippo Fenara)