Partiamo dall’assioma aforistico che fa da sottotitolo al blog Antalgica Poetica: “l’aria che respiri è ambiguità”. Seguo il blog dell’eccentrico – ma sarebbe meglio definirlo centrifugo – Deboroh Sensitiveson da poco dopo che inaugurai Le Mie Cose, quindi da circa due anni nei quali, oltre a diventare un suo fan (sfegatato lo ero già autonomamente da tempo), sono riuscito a cogliere lo 0,0000000001% della sua personalità dalla presenza sfuggente, un risultato eccezionale. Deboroh si muove nel break even point, ovvero la coordinata nella quale la follia e la più spiccata genialità s’incontrano e dove, per l’appunto, l’aria che si respira è ambiguità. Satira tagliente, sarcasmo devastante, aforismi acuminati, poesie dal lessico forbito e dallo stile unico, il tutto atto a sbeffeggiare l’umiliante normalità gerarchica del conforme, nel divampare pirotecnici spaesamenti mentali nella grottesca e strombazzante ondata d’invani (così ci metto anche un po’ del mio), nel dissacrare i riti commerciali istituzionali (Reperto 1: “Oggi Si Celebra La Giornata Mondiale Della Pattumiera“), la politica corrotta fino all’osso e la meretricia propensione al mercimonio della poesia da bottega (Reperto 2: “L’antipoeta Guy De Mots Passants“). Comunque sia, io propendo più per una visione di acuta genialità di Deboroh, l’antipoesia che state per ricevere tra capo e collo è di una pienezza rara e, pur non facendo confronti, vola ad una quota dove solo pochi riescono a librarsi. Statemi in luce. (Filippo Fenara)
IL PORTAVOCE
la voce mia seduce e guardar so in tralice ho cavalcato di tutto insieme ai miei prodi affrontato allagamenti e siccità come s’addice paura di nulla, digerito ho anche i chiodi. fingo e attingo, plagio e contagio, incarno il deteriore senza agitarmi, innamorato delle frasi fatte che rendon tutto banale, m’atteggio a padre priore d’un abbietto convento rimetto colpe e peccati, fò il bene col male con avverbi e proverbi la speranza reprimo per far splender grettezza nell’arcobaleno …. gl’inquieti fantasmi degl’animali abbattuti scuoiati e macellati c’inseguono incerti per carpir la ragione, il malcerto fine delle lor pene, della carne e del sangue innocente, serve quindi qualcuno che spieghi, magari assertivo, l’alto magistero di chi s’è inventato dio, la retta coscienza bontà, giusto guadagno, l’argento e l’oro