Non è che se ti sbronzi abbestia scrivi come Bukowski. Nemmeno se vieni sottoposto ad inenarrabili sevizie psichiatriche hai un’anima immensa come quella di Alda. La poesia non è una posa. Sennò si chiamerebbe posìa. Tra “le persone oltre le pose”, il destino mi ha voluto far incontrare la schietta e disinvolta narrazione letteraria e fotografica di Raffaella Lazzarato che, come tutti coloro dotati di un talento naturale speciale, probabilmente è troppo umile per rendersene completamente conto. È proprio per questo motivo che se ne capta così intensamente la schiettezza, la giovialità, la simpatia (non perdetevi sul suo blog le tre fantastiche puntate di “La Verità, Vi Prego, Sulle Dating App”, da standing ovation), la trasparenza, le pulsazioni, la disarmante e grandiosa semplicità. Questa “Cosa Vuoi Da Me?” è un gioiellino, un dialogo tra un uomo e una donna che ardono di desiderio reciproco ma per timidezza e un pizzico d’orgoglio non riescono ad esplicitarselo: geniale innescare un sentore idilliaco nei lettori senza mai citare la parola “amore”, per me lo scritto che vi approcciate a leggere è diventato come un rosario da recitare più volte ogni giorno, come una di quelle fisse che mi prendono quando mi piace una canzone e la metto in repeat ascoltandola per ore. Raffaella Lazzarato è Golia travestito da Davide, la luce tenue ma viva di una candela. (Filippo Fenara)
CHE COSA VUOI DA ME?
– Restiamo così, abbracciati per sempre?
– Non possiamo.
– Perché?
– Devo andare, lo sai.
– Vuoi andare, è diverso.
– Ok, allora. Voglio andare.
– Ancora non capisco perché.
– Perché cosa?
– Perché te ne vai sempre.
– Te l’ho già spiegato.
– Niente di quello che hai detto ha senso.
– Ha senso per me.
– Non sono spiegazioni. Sono scuse.
– Perché dobbiamo dirci sempre le stesse cose?
– Perché voglio di più.
– Non posso dartelo, lo sai.
– Non vuoi. È diverso.
– Va bene, non voglio. Quindi?
– Non mi basta più.
– Mi dispiace.
– Allora resta.
– Ricominciamo?
– No. La finiamo. Vai.
– Vado, adesso.
– No, vai. Non tornare.
– Mi lasci andare così?
– Che cosa vuoi da me?
– Abbracciami.
– E poi?
– E poi non lo so.
– Non mi basta più.
– Mi dispiace.
– Lo so.
– Non resterò.
– Lo so.
– Allora vado?
– No.
– Che cosa vuoi da me?
– Abbracciami.