Come posso amare te
se una te non c’è?
Sfilo un “eh”
che ho tenuto da parte
per fartene dono,
mentre sono su Marte
con il maggiordomo.
A parte le inezie,
cospargo i sudari
di fragranti spezie
particole lisergiche,
minuzie.
Appretto
cieli su sfaceli
gozzoviglio
di piaceri, desideri
in un miscuglio
d’arcobalenici batteri.
Mister d’isterici giochi
al tepore
di fiochi fuochi,
vessilli in fiamme
che ardiscono vuoti,
ordiscono trame
d’atavici guaiti
di cani alla fame.
La mia sindone
sarà una panchina.
© 02/04/2021 – Lemiecosepuntonet