Tu guardi Sanremo
io mi ravano la borsa
stretto nella morsa
della corsa del leone
inseguito dalla gazzella
se m’imblistano in cella
dopo chi si smacella
da Benigni e la sua vita bella
secco bresco senza figurella
figuro di fronte e di profilo
m’impongo come un vaccino
m’infilo in vicoli ciechi
luegos biechi
che più me li vieti
e più mi son lieti
tutti finti saccenti
evidenti complimenti artefatti
per artefatti decadenti
sto fuori dagli assembramenti
alla larga dal mio ass, non dò avvertimenti
ad ometti omessi dall’estro
estromessi dal loro stesso dissesto
li disseto con sto amuleto fluido
druido da marciapiede
slammo poesia senza happy end
bada ben che non è posticcia
come la tua ciccia
che spiccia solo un tuo friend
infame come un teste
pasticcio come questa peste
posti cacca colorata di lilla
mentre qua brilla la scintilla
when la pupilla fissa la pilla,
buffe in costume
in cerca di customers
selfies da pantoprazolo
io coi cingoli, loro spiccano il volo
poi si spaccano schiantate più d’Icaro
incantonate in un vicolo
le dipingo di ridicolo
e se spikano di street poetry
faccio il tutor in cambio di liquidi
versi nitidi come col vetril
per tre volte rinnegatemi
sennò per altri consigli,
tizi avicoli, seguitemi.